Si chiama MP3.com il sito lanciato dall’imprenditore Michael Robertson in California per raccogliere e distribuire canzoni in formato MP3, offrendo un punto d’incontro digitale tra artisti indipendenti e pubblico. Il funzionamento è semplice: i musicisti possono caricare le proprie canzoni direttamente sul sito, e gli utenti possono ascoltarle o scaricarle gratuitamente, senza dover passare per etichette o negozi di dischi. MP3.com non richiede abbonamenti, non ha pubblicità invasiva e — al momento — è completamente gratuito. Una piccola rivoluzione nella distribuzione musicale. Il cuore della piattaforma è il formato MP3, che consente di comprimere l’audio in file leggeri ma di buona qualità, facilmente trasmissibili su Internet. Grazie a questo standard — e a una libreria in costante espansione — MP3.com si propone come archivio globale della musica digitale alternativa. “Vogliamo creare un luogo dove chiunque possa condividere la propria musica e raggiungere ascoltatori in tutto il mondo, senza intermediari”, spiega Robertson, che ha fondato la società a San Diego dopo aver lavorato nel settore software. Oltre ad essere una vetrina per band emergenti, MP3.com si candida anche a diventare una nuova forma di “radio personalizzata”: gli utenti possono navigare per genere, artista o popolarità, e costruire la propria libreria musicale. Non è escluso che, in futuro, il sito possa anche sperimentare modelli di compenso per gli artisti, o addirittura uno store digitale. Certo, non mancano gli interrogativi. In un’industria ancora basata sulla vendita di CD e sulla mediazione delle major discografiche, un sistema aperto e gratuito come questo potrebbe sollevare obiezioni sul fronte del copyright. E il dibattito su come regolamentare la musica online è solo all’inizio.