Il 2000 comincia sotto il segno di Napster, del P2P, del declino del mercato fisico. Il file sharing non più un fenomeno underground, diventa pratica comune, illecita ma popolare: per la prima volta, la musica è ovunque, accessibile e senza costo. Ed è un duro colpo per il suo valore percepito, destinato a cambiare per sempre, come se si fosse smaterializzato insieme al prodotto fisico mediante cui veniva venduta fino ad allora. Ma per la neonata Napster è già l’inizio della fine. Dopo la causa che la RIAA le aveva intentato contro nel 1999, nell’aprile 2000 i Metallica le fanno causa separatamente per la presenza non autorizzata dei loro brani sul servizio. Li seguiranno anche Dr. Dre e altri artisti. Il 26 luglio la giudice Marilyn Hall Patel ordina a Napster di bloccare lo scambio di file protetti da copyright. La decisione viene temporaneamente sospesa in attesa di appello, ma il 12 febbraio 2001 la Corte d’Appello del Nono Circuito confermerà che Napster sta agevolando la violazione del copyright, imponendo misure per filtrare i contenuti protetti. Così il 2 luglio 2001 Napster chiude ufficialmente i battenti in ottemperanza alla sentenza, dopo non essere riuscita a implementare efficacemente un sistema di filtraggio. Ma, ormai, i buoi sono purtroppo fuori dal recinto. Il modello, replicabile, è stato già adottato da decine di alternative “torrent”, come Gnutella, Kazaa, LimeWire: si entra ufficialmente nell’epoca della “pirateria di massa”. Nel 2001 inizia a prendere forma quello che diverrà l’ecosistema musicale integrato di Apple: in gennaio, infatti, la Mela presenta iTunes, un software gratuito per la gestione e riproduzione della libreria musicale personale. Consente di importare CD, creare playlist e masterizzare compilation. Ma il vero colpo del K.O. arriva in ottobre, quando Steve Jobs annuncia e presenta ai media e al mondo il primo iPod tirandolo fuori con nonchalance dalla tasca posteriore dei suoi Levi’s: 5 GB di capacità (“1.000 canzoni in tasca!”), con porta FireWire e compatibilità solo Mac. È il dispositivo che trasformerà la musica digitale in oggetto quotidiano. Nel luglio 2002, con la versione 3.0, Apple introduce la possibilità di importare file MP3 e inizia ad allargare l’accesso al software. Nell’aprile 2003 Apple lancia l’iTunes Music Store (inizialmente solo negli USA), permettendo agli utenti di acquistare e scaricare legalmente canzoni a 99 centesimi. Al lancio sono disponibili 200.000 brani di cinque major. È una svolta epocale: la prima vera offerta legale competitiva con la pirateria. Quando nell’ottobre dello stesso anno Apple rilascia iTunes per Windows e rende compatibile l’iPod con PC, è il momento dell’esplosione globale dell’ecosistema: le vendite dell’iPod decollano, e iTunes Store supera il milione di brani venduti in pochi giorni. Nel 2002 nasce Last.fm, piattaforma pioniera della raccomandazione musicale personalizzata e del social music networking. Nel frattempo il CD-R diventa il supporto più venduto dell’anno: i consumatori masterizzano compilation e album in massa. Nel 2003, quasi a braccetto con l’ascesa di iTunes, MySpace entra nel cono di luce dell’industria, degli artisti e degli appassionati di musica. Piattaforma social che consente agli artisti di caricare musica e interagire con i fans, in poco tempo diventa la vetrina di riferimento per l’underground globale (vi passeranno nomi grossi come Arctic Monkeys, Lily Allen e Nine Inch Nails): per la prima volta gli artisti possono autopromuoversi, costruire comunità e disintermediare le etichette. Ma MySpace, capace di sdoganare l'era della promozione musicale DIY online fondendo social media e musica in una comunità online, si rivelerà anche uno degli abbagli più clamorosi dell’epoca e a farne le spese (per la precisione: $ 540 milioni) sarà Rupert Murdoch, acquirente giunto fuori tempo massimo. Il 2003 è anche l’anno in cui le vendite globali di musica registrata calano per il quarto anno consecutivo. È ufficiale: la crisi discografica è sistemica e inarrestabile, servono nuovi modelli. Nel 2004 sul fronte corporate musicale, il panorama muta: Universal Music consolida la sua posizione di leader globale, mentre Sony e BMG si fondono temporaneamente. E, intanto, negli Stati Uniti prendono forma due interessanti embrioni. Il 4 febbraio, presso l’Università di Harvard, a Cambridge, in Massachusetts, viene lanciato da Mark Zuckerberg TheFacebook, un sito accessibile solo agli studenti dell’ateneo dotati di una email @harvard.edu. Mentre alla fine dell’anno a San Mateo, in California, tre ex dipendenti di PayPal - Chad Hurley, Steve Chen, Jawed Karim – progettano una piattaforma video dedicata agli utenti. Il lancio è previsto per l’anno successivo, il nome del servizio sarà YouTube. Leggi anche: 2000–2004: la musica entra nell’era digitale