La rivoluzione dell'urban, l'invasione dell'indie italiano, la digitalizzazione, la pandemia: le sfide che i produttori musicali indipendenti hanno dovuto affrontare negli ultimi vent'anni sono molteplici. Proprio di questo si parla nell'incontro “Indipendenti per davvero: valore, business e identità delle etichette oggi” con la partecipazione di Claudio Ferrante (CEO Artist First), Luca Cecchi (Label Director Nar International) e Tommaso Fobetti (Founder e General Manager Undamento). Qual è il reale valore aggiunto che può offrire un’etichetta indipendente in Italia? I modelli di business sostenibili e la capacità di costruire carriere solide in un mercato dominato dallo streaming e dai social sono molteplici, così come gli approcci, che si tratti di realtà storiche e approcci di nuova generazione. L'innovazione è nel DNA degli indipendenti, che si caratterizzano per l'agilità e la capacità di reagire allo stallo di un mercato che rischiava di essere fagocitato dalla crisi della discografia. In una realtà come la piccola etichetta discografica il concetto stesso di sostenibilità cambia, diventando più modulabile e abbordabile: "Non per forza un progetto deve essere sostenibile in termini di streaming, perché possiamo compensare con altre attività, come i live o il merchandising" sottolinea Tommaso Fobetti. "Non dobbiamo forzare la natura di un artista, ma abbiamo l'opportunità di capire quali sono i suoi punti di forza". Questo vale anche per le realtà nate da poco, commenta Claudio Ferrante: "Alcune delle nostre realtà non godono di cataloghi storici o importanti: con il nostro modello a 360° abbiamo aggiunto il concetto di sviluppo a quello di sostenibilità, fornendo servizi che inizialmente non facevano parte della filiera delle etichette e integrandoli al nostro interno. E' una filiera più corta e controllabile: siamo il km 0 degli artisti". Luca Cecchi rimarca l'importanza dell'evoluzione continua di questo modello, e soprattutto dell'importanza di fare rete: "Dobbiamo avere le antenne dritte tutti i giorni per implementarlo. Fondare PMI è stato fondamentale per tutti noi, perché si è creato un meccanismo di condivisione del know how, delle esperienze e delle battaglie". L'intelligenza artificiale costituisce senz'altro una delle sfide del futuro. "L'AI è uno strumento che va gestito, certo, ma può aprire anche a nuove possibilità: come si suol dire i bravi marinai vogliono il mare in tempesta, perché è quella che ti gonfia le vele" dice Cecchi. Anche il meccanismo dei social e degli algoritmi, però, rischiano di cambiare per sempre il mestiere di artista: "Ho l'impressione che vada a premiare ciò che somiglia a qualcosa che già esiste, omologando e standardizzando la musica" si rammarica Fobetti. La fortuna è che la qualità e l'originalità vengono comunque premiate, algoritmi o no, chiosa Ferrante: "Basti pensare a Lucio Corsi a Sanremo. E' questa la nostra vera forza: abbiamo un'altra missione rispetto alle grandi multinazionali, dobbiamo lavorare su pochi artisti per volta e i risultati verranno da sé".