Il popolare cantautore parigino (di origini armene) è in prima linea nella battaglia per portare i termini di protezione europei sulle registrazioni fonografiche da 50 a 95 anni, alla pari con gli Stati Uniti (trascorso il periodo, calcolato a partire dalla data di pubblicazione, tanto la casa discografica che l’interprete perdono i loro diritti esclusivi e il materiale pubblicato diventa di pubblico dominio). E per perorare la causa, condivisa da artisti ed etichette discografiche, ha incontrato nella mattinata di lunedì 29 novembre il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso in compagnia del presidente dell’IFPI John Kennedy e del direttore della EMI francese Herve Defranoux. Durante il colloquio, durato circa mezz’ora, Charles Aznavour e i rappresentanti dell’industria hanno cercato di convincere l'alto funzionario europeo sulla necessità di rivedere i tempi di durata dei copyright, in vista di una proposta che la Commissione dovrà formulare nella primavera del 2007. “Su questo argomento artisti e discografici la pensano allo stesso modo”, ha detto Aznavour. “L’estensione dei termini di protezione sarebbe positiva per la cultura come per l’economia europea e porrebbe fine alla discriminazione che esiste oggi con gli Stati Uniti”.