<p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration Music è stata lanciata nel 2020 da un team di veterani dell’industria musicale – tra cui figure chiave provenienti da Concord, ADA, Ingrooves e Merlin. E’ una realtà giovane, quindi, eppure con una forte ambizione motivata proprio dalla profonda conoscenza dell’industria. La sua missione: sostenere e far crescere il mondo indipendente. Il suo modello: combinare capitale strategico, esperienza operativa e rispetto dell’identità culturale delle etichette in cui investe. Tra le operazioni più recenti: l’<a href="https://musicbiz.rockol.it/news-752453/cooking-vinyl-acquisita-da-exceleration-music">acquisizione della storica Cooking Vinyl</a>, un nome simbolo della discografia indie britannica.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration, dunque, lega la struttura tipica di una società di investimento ad una piattaforma proprietaria concepita per abilitare la crescita sostenibile nel settore indipendente, offrendo servizi condivisi e preservando autonomia artistica e operativa delle etichette coinvolte.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Pertanto, nella filiera dell’industria musicale - che comprende major, editori, indie label, distributori, società di private equity – Exceleration occupa una posizione ibrida. Vediamone in maggiore dettaglio il confronto con altri due tipi di <em>player</em>.</span></span></span></span><br /> </p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><strong>Non è una major</strong></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Come loro, aggrega etichette e punta alla scalabilità, ma con una visione opposta: centralizzazione (quella delle major) contro autonomia. UMG, Sony Music e WMG operano come conglomerati verticali, con governance centralizzata e una direzione creativa accentrata in cui ogni sub-label spesso diventa un’estensione della strategia globale della casa madre (pur con budget, obiettivi e struttura interni).</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration Music si presenta invece come una piattaforma federata: acquisisce o investe in etichette indipendenti lasciando autonomia operativa e culturale, offrendo in cambio infrastrutture condivise (come la distribuzione attraverso la sua Redeye) e supporto strategico. Il risultato è un modello leggero, orizzontale, curatoriale, che non impone brand o linee editoriali, ma abilita una crescita connessa e sostenibile.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Il confronto mette in evidenza due approcci antitetici:</span></span></span></span></p> <ul> <li><span>Le major consolidano e uniformano;</span></li> <li><span>Exceleration connette e differenzia.</span></li> </ul> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>La si potrebbe definire una “major distribuita”, che scala senza centralizzare, offrendo un nuovo paradigma per l’aggregazione musicale del futuro.</span></span></span></span><br /> </p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><strong>Non è un fondo speculativo né un aggregatore puro</strong></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Tutti aggregano asset musicali, ma con strategie e finalità molto diverse. Exceleration punta sull’operatività indie. Negli ultimi anni, soggetti come Concord, Reservoir, Primary Wave e Hipgnosis hanno costruito imperi musicali basati sull’acquisizione di diritti, cataloghi e proprietà intellettuali. La loro strategia mira all’estrazione di valore da IP musicali, con focus su sync, licensing e ritorni finanziari.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration Music condivide la logica aggregativa, ma ne capovolge la prospettiva. Non si limita a detenere asset: li attiva e li accompagna. Invece di investire solo in diritti, investe in etichette vive, con management, artisti, progetti editoriali e identità. È meno “catalog hunter” e più “curatore operativo”.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Rispetto ai big del settore non è quotata né legata a rendimenti trimestrali, non punta a consolidare IP storiche, ma a potenziare label contemporanee; non impone processi top-down, ma costruisce reti di collaborazione.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration non è (ancora) grande quanto Concord o Reservoir, ma il suo impianto culturale è radicalmente diverso: vuole essere un sistema operativo per l’indipendenza, non un fondo per l’estrazione di diritti.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Quanto al fattore-aggregazione, Exceleration controlla asset distributivi come Redeye ma opera come un aggregatore strategico, che mira a costruire una rete di etichette indipendenti, fornendo infrastrutture, capitale e consulenza senza annullarne l’identità.</span></span></span></span><br /> </p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span><strong>In sintesi</strong></span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Il panorama sta mutando. A ridosso della skyline disegnata dai grattacieli verticali (le major), e prima della sconfinata periferia (coda lunga), comincia ad insediarsi un villaggio di case indipendenti collegate in rete tra loro.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>In un mercato che si polarizza tra piattaforme globali e creator economy atomizzata, Exceleration rappresenta una terza via: scala e visione, ma con anima indie.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Exceleration Music si presenta come una holding curatoriale nel mondo indipendente, con una visione di lungo periodo.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Condivide con le major la logica aggregativa e l’ambizione alla scalabilità, ma ne rigetta il modello di controllo centralizzato. È una “major distribuita”, dove ogni nodo della rete resta indipendente ma collegato da infrastrutture comuni.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>La sua è, forse, una nuova idea di major con valori indie; oppure un progetto di “major alternativa”, che mette in rete etichette indipendenti invece di inglobarle. </span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Aggrega senza omologare, investe senza comandare e offre infrastruttura senza assorbire identità.</span></span></span></span></p> <p style="text-align:left"><span><span><span><span>Un modello di cui prendere nota proprio in questa fase storica in cui le tre major aumentano i propri sforzi in direzione dei distributori indipendenti e in cui si prospetta sempre più caldo il dibattito sul solco che l’evoluzione dei criteri di ripartizione dei ricavi da streaming (“artist-centric”) rischia di scavare ulteriormente tra la musica di matrice corporate e quella di matrice autonoma.</span></span></span></span></p>