Qualche giorno fa Spotify ha annunciato ufficialmente la restituzione di Pod.link al suo creatore originale, Nathan Gathright, riportando sotto il controllo indipendente uno degli strumenti più utilizzati per la distribuzione multi-piattaforma dei podcast. Si tratta tanto di un gesto simbolico quanto di un passaggio sostanziale nel mondo del podcasting. Pod.link è stato lanciato nel 2018 con l’obiettivo di risolvere un problema semplice ma centrale per i creator: creare un unico link che indirizzi automaticamente l’ascoltatore verso la propria piattaforma di ascolto preferita — da Amazon a Pocket Casts, da Spotify ad Apple. Lo strumento è cresciuto organicamente fino a contare oltre 1,7 milioni di link attivi sul web e, dopo essere stato acquisito da Podsights nel 2021, era entrato nel portafoglio di Spotify nel 2022, quando quest’ultima aveva inglobato Podsights per potenziare la sua infrastruttura di analytics pubblicitari. Tuttavia l’evoluzione della propria strategia interna ha indotto Spotify a fare un passo indietro. In un comunicato ufficiale il DSP svedese ha dichiarato: “Spotify is committed to building great products that help creators succeed. As part of that focus, we’ve decided to return Pod.link to its founder. We’re working closely with Nathan to ensure a smooth transition and continued support for the millions of creators and listeners who rely on the platform.” La restituzione non impatta in alcun modo sui link esistenti, che continueranno a funzionare senza interruzioni. Al contrario, potrebbe aprire una nuova fase di sviluppo per lo strumento, ora nuovamente nelle mani del suo ideatore. Nel contesto sempre più affollato di strumenti per la promozione e la distribuzione dei podcast, Pod.link si distingue per la sua semplicità, affidabilità e natura gratuita. È proposto come lo strumento ideale per creator indipendenti e piccoli progetti editoriali, senza l’obbligo di dover affrontare costi di abbonamento o complessità tecniche. La concorrenza che fronteggia è ormai ampia e, in diversi casi, punta a soddisfare esigenze più avanzate e a target che richiedono anche strumenti di statistica e analisi — è il caso di Podfollow, di Linkfire (nato in ambito musicale) e di SmartLink by Chartable. Più affine a Pod.link, invece, è Episodes.fm, che si concentra su link brevi e ha funzionalità ridotte al minimo. In un’epoca di ecosistemi chiusi attorno ai propri strumenti proprietari, la scelta di Spotify di restituire Pod.link al suo sviluppatore originale è in controtendenza. Per Nathan Gathright è l’occasione per riportare lo strumento alle sue radici: uno strumento semplice, utile e indipendente al servizio della comunità dei podcaster. Nel medio termine, la mossa lascia intendere che Spotify concentrerà i suoi sforzi su prodotti interni e soluzioni integrate, mentre Pod.link potrà evolvere secondo logiche più agili e aperte. Un equilibrio che potrebbe giovare a tutto l’ecosistema, mantenendo in vita uno degli strumenti più amati dai professionisti dell’audio.