I fan del gruppo americano, comunemente noti come Deadheads, c’erano rimasti malissimo, alla notizia che i 1.172 concerti della loro band preferita liberamente disponibili sul sito Internet Archive (www.archive.org) erano improvvisamente scomparsi dal Web, tolti di mezzo proprio per volere dei loro beniamini. Passi per qualunque altro gruppo ma non per i Grateful Dead, l’anarcoide congrega capitanata dal compianto Jerry Garcia che del libero scambio dei materiali registrati in concerto aveva fatto uno dei pilastri del suo inossidabile legame affettivo con il pubblico (tanto da allestire ogni volta, alle spalle del mixer, un’area riservata proprio ai “tapers”). Una filosofia di vita, più che imprenditoriale: di qui il misto di rabbia e incredulità con cui i fan hanno reagito, il 22 novembre scorso, all’improvvisa sparizione dalla rete di una delle loro fonti preferite (e gratuite) di approvvigionamento. La reazione, che si è concretizzata in un’alluvione di messaggi sui forum nonché in una pubblica petizione a ripensarci, è stata imponente e deve avere stupito gli stessi componenti superstiti del gruppo. I quali, infatti, hanno subito fatto pubblica ammenda: “E’ tutto frutto di una colossale incomprensione. I Grateful Dead restano, come sempre, favorevoli allo scambio delle registrazioni live” ha assicurato il portavoce del gruppo Dennis McNally, dopo che uno dei componenti storici del gruppo, il bassista Phil Lesh, si era chiamato fuori dalla controversa decisione dichiarandosi totalmente all’oscuro della vicenda. Ai loro seguaci, i Dead hanno tuttavia proposto una soluzione di compromesso: immediato reintegro, su Internet Archive, delle registrazioni microfoniche effettuate dal pubblico (i cosiddetti “audience recordings”, liberamente scambiabili tra i fan); uso limitato allo streaming (dunque senza diritto di downloading e di copia), invece, per i “soundboard recordings”, le registrazioni da mixer che, ha detto McNally, “fanno parte del patrimonio della band, e i cui diritti vanno protetti” (le regole in uso tra i traders, che agiscono senza fini di lucro, prevedono già l’eliminazione dalle liste di scambio dei concerti pubblicati ufficialmente). Per lo storico gruppo californiano si tratta dunque di trovare un delicato punto di equilibrio tra due esigenze diverse: continuare a coltivare il rapporto speciale ed estremamente aperto con i fan, e garantirsi allo stesso tempo introiti sufficienti dalla vendita diretta di concerti sotto forma di Cd e di download da Internet, ora che l’attività dal vivo del gruppo (rinato con la sigla Dead) si è di molto diradata.