Il tradizionale appuntamento tra Luminate e l’industria della musica registrata fotografa, a metà anno, questa situazione: UMG detiene il 38,56% della quota complessiva di mercato, in leggero calo rispetto al 38,60% dell’anno scorso, mentre SME e WMG crescono: la prima sale al 27,69% dal 27,21%, la seconda al 18,71% dal 18,22% del 2024. Gran parte di questi incrementi arriva a scapito della quota complessiva degli indipendenti, che scende al 15,02% di quest’anno dal 16,05% di metà 2024. Due etichette di Universal Music Group restano nettamente davanti al resto del settore per quanto riguarda la quota di mercato corrente, poiché REPUBLIC (sostenuta in modo robusto da “I’m The Problem” di Morgan Wallen, numero 1 della Billboard 200 per sette settimane, e la cui quota di mercato include Island Records, Mercury Records, Big Loud e il distributore indipendente Imperial) e Interscope Geffen A&M (che include Verve Label Group nella sua quota di mercato e al cui interno la spinta di Kendrick Lamar si è sentita parecchio) sono le uniche due etichette ad aver registrato percentuali a doppia cifra per il secondo trimestre consecutivo, secondo i dati di Luminate aggiornati al 26 giugno 2025: la prima ha riconquistato il primo posto a metà anno, registrando una quota corrente del 12,69%, in aumento rispetto al 12,52% del Q1, la seconda segue con l'11,56%, in calo rispetto al 12,67% del Q1. Sony Music si piazza al secondo posto tra le major grazie soprattutto all’enorme successo di un album di Bad Bunny uscito a gennaio, mentre Warner Music Group è in crescita sia anno su anno (15,68%) sia rispetto al Q1 (15,89%): a sostenerne l’ascesa sono la terza e la quarta etichetta classificate, Warner Records e Atlantic Records, rispettivamente con quote del 6,21% e del 5,75% Si noti, infine, che gli indipendenti per proprietà distributiva raggiungono una quota corrente del 20,64%, superiore alla loro quota complessiva del 15,02%, mentre per proprietà dell’etichetta la comunità indie rappresenta il 35,49% del mercato complessivo, in calo rispetto al 37,35% di metà 2024.