Aggiornamento, ore 15 - Secondo quanto riferito dall’agenzia LaPresse, il CdA si sarebbe spaccato riguardo la partecipazione al bando indetto dal Comune - su disposizione del TAR della Liguria - per l’affidamento delle prossime edizioni del Festival della Canzone Italiana. Parte dell’assemblea avrebbe giudicato un autogol - date le condizioni imposte dal Comune, giudicate sbilanciate da altri competitor che, per questa ragione, hanno rinunciato alla presentazione di un’offerta - la partecipazione alla gara, che ha visto la RAI unica concorrente. Secondo parte del CdA se viale Mazzini avesse deciso di rinunciare al bando, l’eventuale trattative con palazzo Bellevue si sarebbe rivelata meno complicata. Nel frattempo, sempre secondo LaPresse, resta percorribile l’ipotesi di organizzare una manifestazione canora “sostitutiva” presso un’altra città: in pole position, come già emerso da tempo, sarebbe Torino, già teatro dell’edizione 2022 dell’Eurovision Song Contest. - Nonostante le indiscrezioni di stampa che volevano la fine di luglio come termine ultimo per la conclusione delle trattative tra Comune di Sanremo e Rai per l’organizzazione della prossima edizione del Festival della Canzone Italiana, il negoziato continua: a rivelarlo è una nota di viale Mazzini diffusa all’indomani dell’ultimo Consiglio di Amministrazione prima della pausa estiva, tenutosi ieri, mercoledì 30 luglio. “L’Amministratore Delegato ha informato il Consiglio sulle trattative in corso tra Rai e il Comune di Sanremo, finalizzate all’organizzazione dell’edizione 2026 del Festival della Canzone Italiana, evento di grande rilievo culturale e mediatico”, ha fatto sapere il servizio pubblico, senza specificare alcuna scadenza per la chiusura delle trattative. Eppure una deadline, seppure informalmente, la Rai l’avrebbe fissata. Secondo Affari Italiani viale Mazzini avrebbe indicato nella fine del prossimo agosto il termine ultimo per ricevere risposte certe dal Municipio ligure: la scadenza sarebbe dettata dai tempi tecnici necessari per mettere in moto la macchina organizzativa funzionale all’organizzazione dell’evento. Nel caso da Palazzo Bellevue non dovessero arrivare le risposte attese - come, tra le altre, la stipula di convenzioni alberghiere che permettano alla stessa Rai e alle case discografiche di contenere i costi della trasferta - è verosimile che la Rai possa valutare l’idea di far saltare il banco e - per la prima volta dal 1955 - rinunciare al Festival della Canzone Italiana, forte anche del sostegno ricevuto da FIMI che permetterebbe al servizio pubblico di organizzare una manifestazione canora dal format sostanzialmente identico ma non a Sanremo.