Ennesima grana legale per Live Nation, multinazionale leader a livello globale nel settore della musica dal vivo, e la sua divisione dedicata al ticketing, Ticketmaster: la Federal Trade Commission, agenzia governativa statunitense a tutela di mercati e consumatori, e le amministrazioni di sette stati (Virginia, Utah, Florida, Tennessee, Nebraska, Illinois e Colorado) hanno intentato causa alla società guidata da Michael Rapino con l’accusa di aver adottato pratiche illegali nella messa in vendita dei biglietti. Nell’istanza depositata presso la Corte Distrettuale della California i querelanti accusano il gigante del live promoting di aver usato uno schema fraudolento per massimizzare i propri ricavi a danno dei consumatori: l’accusa è che Ticketmaster, che oltre a essere un rivenditore primario ospita, sulla propria piattaforma, anche scambi sul mercato secondario, abbia un - ovviamente tacito - accordo coi broker in virtù del quale ai “rivenditori seriali” (o bagarini) sia consentito superare sistematicamente i limiti di legge negli acquisti di ingressi. La grande quantità di acquisti di biglietti immessi sul secondary market in modo illegale rappresenterebbe - secondo l’accusa - la parte finale di uno schema che permette a Live Nation / Ticketmaster di triplicare i propri guadagni: oltre alle commissioni applicate sulle transazioni sul mercato primario, la società trarrebbe profitto anche dalle commissioni (a carico dei broker) di immissione sul mercato secondario e da quelle applicate alla vendite. Secondo la FTC - che già da tempo stava indagando su Ticketmaster per presunte violazioni al Better Online Ticket Sales Act - tra il 2019 e il 2024 (cioè poco prima dell’introduzione, da parte di Live Nation, della pratica all-in nella segnalazione dei prezzi dei biglietti) gli americani avrebbero speso oltre 82,6 miliardi di dollari per acquistare biglietti da Ticketmaster, che - a oggi - controlla circa l’80% del mercato primario delle principali venue negli USA (e che, per questa ragione, è stata indagata dal Dipartimento di Giustizia per sospetto abuso di posizione dominante). "In pubblico, gli imputati sostengono che il loro modello di business è in contrasto con i broker che regolarmente superano i limiti dei biglietti”, si legge nel documento presentato dalla FTC: “In privato, gli imputati riconoscono che il loro modello di business e i loro profitti traggono vantaggio dal fatto che i broker impediscono ai cittadini americani di acquistare i biglietti per gli spettacoli che desiderano vedere ai prezzi stabiliti dagli artisti". "Negli ultimi dieci anni, il primo prezzo che il consumatore ha visto sulla piattaforma Ticketmaster non è quasi mai stato il prezzo che il consumatore ha pagato", prosegue l’accusa: “Secondo i documenti interni di Ticketmaster, la percentuale media di commissioni applicate sui biglietti varia dal 24% al 44% del prezzo totale. Dal 2019 al 2024, i consumatori hanno pagato oltre 16,4 miliardi di dollari in commissioni obbligatorie per l'acquisto di biglietti da Ticketmaster".