Dopo le tre major e il gruppo Kobalt (quest'ultimo solo per il mercato statunitense), anche BMG firma un accordo di licenza editoriale diretto con Spotify che, recita il comunicato congiunto, "è concepito per attribuire il massimo valore agli autori e ai loro team". Nonostante le perplessità di alcuni osservatori su questo tipo di accordo diretto sempre più diffuso, che si svincola parzialmente dagli standard dettati dal Copyright Royalty Board, BMG e Spotify si dichiarano molto soddisfatte dall'accordo, che riflette "l'interesse condiviso dalle due società di creare un rapporto diretto, che possa assicurare agli autori di beneficiare in maniera ancora più diretta dei proventi del loro lavoro. E' un passo molto concreto verso un modello di licenze più flessibile, che sia più utile sia agli editori che agli artisti, e che si assicura che gli autori BMG avranno dei vantaggi ancora più diretti dalla crescita dello streaming".