La European Broadcasting Union ha posticipato a dicembre la votazione dei membri per determinare se Israele potrà partecipare o meno alla prossima edizione di Eurovision Song Contest, prevista a Vienna dal 12 al 16 maggio 2026. Il destino della delegazione di Tel Aviv è tutt'altro che certo, però: il motivo del cambio di programma è la recente tregua dichiarata a Gaza, ma si dice che tra le radiotelevisioni pubbliche europee si respiri parecchia contrarietà rispetto alla presenza del paese mediorientale in concorso. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, l'EBU avrebbe addirittura suggerito a Israele (in maniera non ufficiale) di ritirarsi temporaneamente da ESC o, in alternativa, di partecipare sotto una bandiera neutrale, come hanno fatto negli ultimi anni gli atleti russi alle Olimpiadi. Il voto era stato chiesto a gran voce da svariati paesi, che minacciavano di boicottare la manifestazione se Israele avesse partecipato: il trattamento garantito al paese, sostenevano, era di favore rispetto a quello ricevuto dalla Russia, che era stata bandita da ESC in seguito all'invasione dell'Ucraina. Ora la riunione decisiva, prevista in questi giorni, è stata rimandata al mese prossimo con il plauso dell'Austria (la nazione ospitante di quest'anno): ORF, la tv pubblica austriaca, ha dichiarato che questa decisione "aiuta a mantenere l'unità e la credibilità della manifestazione".