Laureato all’Università di Brescia in Ingegneria Informatica nel 2019, Sebastiano Gaggiano - fondatore nel 2023 di Ed3sign, nella foto - dal 2016 è Frontend Developer di Clockbeats, società multisettoriale guidata da Paolo Mantini: dal 2019 Gaggiano ricopre il ruolo di CTO a Matchfy, realtà legata a Planet X - società fondata dallo stesso Mantini dopo il distacco della nuova start-up da Clockbeats - dedicata ad artisti e curatori musicali. Nata come “piattaforma di matching tra curatori di playlist e creatori musicali”, Matchfy ha conosciuto nel 2025 una rapida crescita non solo in termini di utenza, ma anche di partnership a livello internazionale e di profilo aziendale - con la recente finalizzazione di un round di finanziamento da 2 milioni di euro: logica, quindi, l’evoluzione del servizio da un ambito ristretto - quello, appunto, dello streaming - a un ampio spettro di aree, che spaziano dal live al monitoring e all’analisi dei dati. Un repentino e radicale ampliamento del raggio d’azione che ha posto a Gaggiano una sfida non da poco, ovvero quella di assicurare scalabilità alle infrastrutture esistenti per garantire successo all’integrazione dei nuovi tool che stanno rendendo possibile la crescita di Matchfy. Grazie a un approccio più da psicologo che da informatico. “Come dico sempre, ‘Fammi vedere il codice e ti dirò chi sei’”, ci racconta, per spiegare una delle fasi più importanti del suo lavoro - ovvero quella di tradurre una visione in un progetto concreto: “Il codice è uno specchio della mente dell'individuo, si intuisce il modo di ragionare e la sensibilità di chi lo produce”. Come descriveresti, da un punto di vista tecnico, l’evoluzione di Matchfy dalla sua fondazione a oggi? Qual è stato il punto di svolta, dalla tua prospettiva di CTO? L'evoluzione di Matchfy è stata sorprendentemente rapida. Il progetto nasce in realtà nel 2019 ma per diverse ragioni resta bloccato da un punto di vista dello sviluppo fino al 2023. Nessuno si stava occupando di gestire la piattaforma a livello tecnico, eppure gli utenti continuavano ad interagire e tenere viva la community. Nel marzo del 2023 intuisco che c'è ancora del potenziale nel progetto, al punto che decido di prendermi un mese per riscrivere completamente il software. Ad essere sinceri all'epoca per me si trattava più di un esercizio di stile, non avevo la minima idea della scala che un progetto simile potesse raggiungere. Pochi mesi più avanti avevamo riscontrato un grande interesse sia da parte di qualche migliaia di utenti, oltre che da potenziali investitori. Entro la fine del 2023 avevamo chiuso il primo round di finanziamento segnando a tutti gli effetti la nascita di una nuova azienda, nel Gennaio 2024. Quasi due anni dopo ce la giochiamo con i top 5 a livello mondiale nel nostro settore, dunque direi che abbiamo fatto bene a dare una seconda vita a Matchfy. Non c'è stato un punto di svolta preciso, i problemi da risolvere sono infiniti: bisogna scegliere con cura quali affrontare ed ognuno di questi può rappresentare a modo suo una svolta. È importante nella tempesta saper mantenere la rotta e portare avanti la propria visione di prodotto. La filosofia alla base di Matchfy è rimasta invariata, nonostante sia cambiata tutta l'infrastruttura tecnologica nel mentre. Nel 2025 Matchfy ha siglato diverse partnership - con Songstats e RoEx, tra le altre: quanto incidono integrazioni del genere sull’architettura software di una servizio come il vostro? Quali sono le sfide? E quali gli obiettivi? Queste partnership sono innanzitutto occasioni preziose per imparare: ci offrono nuovi punti di vista e stimoli per fare meglio. L'obiettivo principale è sempre quello di dare un valore aggiunto alla nostra community. In genere valutiamo tutti quei servizi che possono essere complementari alla nostra offerta e utili per un artista che si promuove su Matchfy. Per ogni accordo che chiudiamo ce ne sono altrettanti che rifiutiamo. In generale avere come interlocutori dei "veterani" del settore mi rende orgoglioso e valida in qualche modo tutto il lavoro che stiamo portando avanti. Da un punto di vista progettuale il problema è a mio avviso creativo prima che tecnico. Per fare un esempio pratico, l'interscambio dei dati è uno standard, quindi relativamente semplice da implementare, mentre decidere in che modo questo nuovo flusso di dati si integra con l'ecosistema esistente è un altro paio di maniche. La sfida è proporre qualcosa di non banale, che sia ragionevole per il partner e di valore per l'utilizzatore finale. Bisogna trovare il giusto equilibrio e non è così facile come aggiungere un logo ad una griglia. Non crediamo molto negli "scambi di visibilità", le collaborazioni che funzionano davvero sono quelle dove entrambe le parti comunicano tra loro, promuovono i rispettivi punti di forza e trovano la giusta quadra. Il rapporto umano cambia completamente il modo di approcciare le fasi tecniche successive, e fa la differenza. Sempre nel 2025 Matchfy ha lanciato Wanted.live, piattaforma che si è posta l’ambizioso proposito di “cambiare radicalmente il modo di organizzare concerti”: quanto è importante, in fase di elaborazione del progetto, la prospettiva del CTO? In queste fasi, quando avviene l’incontro tra la visione e il codice? Wanted.live è un progetto satellite dedicato agli eventi dal vivo, si inserisce perfettamente all'interno del "coltellino svizzero" di Matchfy fatto di tool per artisti e label indipendenti. La prospettiva del CTO penso che faccia la differenza tra un prodotto che riesce e uno che fallisce. Nel nostro caso il software coincide col prodotto, quindi se non è di qualità elevata partiamo da una condizione di enorme svantaggio. Il digitale si è imposto praticamente in ogni aspetto della nostra vita, tuttavia le persone tendono a dare più valore a qualcosa che possono toccare con mano. Tra un account Matchfy ed una scheda audio un artista dirà probabilmente che tiene di più a quest'ultima, perché è un oggetto fisico nel suo mondo. Il software maggiormente riuscito di fatto è invisibile, lo usiamo senza pensarci. Quando invece litighiamo con l'app della banca — per fare un esempio abbastanza realistico — allora diventa d'intralcio ed è sintomo che qualcosa non va. Il nostro focus in ogni progetto parte dall'esperienza utente e dall'interfaccia grafica. All'interno del team sono abbastanza noto per essere "preciso", o "fastidioso", o altri termini più coloriti che possiamo immaginarci... L'attenzione al dettaglio è importante e francamente ci eleva da tutta una serie di cloni che esistono sul mercato. La persona non-tecnica non noterà mai quella differenza di allineamento di 4 pixel, o la fluidità di un’animazione, eppure a livello più o meno inconscio percepisce la qualità complessiva di ciò che ha davanti. Per rispondere alla tua domanda, il codice (quando funziona) coincide con la visione, non lascia spazio a fraintendimenti. "Fammi vedere il codice e ti dirò chi sei", è una frase che ripeto ai miei collaboratori. Il codice è uno specchio della mente dell'individuo, si intuisce il modo di ragionare e la sensibilità di chi lo produce. Non è un caso che l'AI si stia diffondendo tramite gli LLM (Large Language Models). Parlando di AI credo che il codice tra qualche anno diventerà una commodity — il cosiddetto "vibe coding", che consente tramite AI anche a figure non tecniche di creare il proprio sito o la propria app — a quel punto il vero valore aggiunto si sposterà sempre di più sulla capacità di identificare le necessità del mercato e creare i prodotti che le soddisfano. “Stiamo dimostrando che modelli basati su trasparenza, dati e community funzionano davvero nel mondo musicale", ha dichiarato il fondatore e CEO di Matchfy Paolo Mantini, annunciando la chiusura del secondo round di finanziamento: quali sono, da un punto di vista tecnico, le peculiarità dei modelli basati su questi tre pilastri? E perché, secondo te, funzionano? Uno dei punti di forza di Matchfy dall'inizio è stato quello di approcciarsi alla promozione musicale costruendo una community, condividendo i dati sulle playlist e sui contatti dei curatori, a differenza dei nostri competitor che si avvalgono di sistemi più chiusi. Nel momento in cui tanti artisti utilizzano ogni giorno Matchfy e creano milioni di interazioni mensili, senti la responsabilità di dover dar loro il miglior servizio possibile. Ciò che penso sia determinante è proprio lo stretto contatto con la community. Ad esempio alcune delle feature che sviluppiamo partono proprio dalle richieste di supporto dei nostri utenti: i feedback ci offrono continui spunti per ottimizzare l'esperienza utente. Da una lamentela, se gestita correttamente, può arrivare un’idea che migliora il servizio per tutti. I dati sono senz'altro fondamentali, non avremmo Matchfy senza le playlist ed i brani degli utenti, tuttavia anche qui il nostro approccio è anticonformista: non facciamo una distinzione tra artisti e curatori, li mettiamo in contatto come se fossero sullo stesso piano. Diversi artisti entrano per promuoversi ma si scoprono curatori, perché tutti hanno in comune la passione per la musica che li unisce. Alcune delle playlist più interessanti provengono proprio dagli artisti. Per noi non ha mai avuto molto senso forzare una delle due modalità. Con la nuova funzionalità Pro, attualmente online in fase beta, ogni utente sarà ad un click di distanza dai migliori professionisti del settore in diversi ambiti: dal legal ai produttori, al press. Il valore non sta solo quindi nel volume dei dati, ma nella qualità dei singoli utenti. La recente chiusura del secondo round di finanziamento di Matchfy è stata descritta come “un passo del cammino”: in che direzione, da un punto di vista progettuale, sta andando il lavoro che stai conducendo con il tuo team? Cosa vi ha guidato nello stabilire l’impiego delle nuove risorse raccolte? Il team degli sviluppatori si muove parallelamente su tre aree: ottimizzazione della codebase esistente, nuove features e ricerca / sviluppo. La prima è necessaria a dare stabilità al software, i bug sono all'ordine del giorno ed effettuiamo continui rilasci settimanali per migliorare il sistema. Le nuove features emergono da confronti interni del team e dal contatto con la community. A volte si tratta di rifinire i processi esistenti, altre di qualcosa di completamente nuovo. La terza da un punto di vista professionale è ciò che vorrei fare a tempo pieno, ma come è lecito aspettarsi bisogna dare priorità alle prime due. Penso che con le risorse impiegate finora siamo riusciti ad ottenere risultati importanti. Chi ha modo di conoscerci resta spesso sorpreso dalla dimensione del team, decisamente ridotta rispetto alla media dei nostri competitor. Le nuove risorse servono proprio ad avere più spazio per sperimentare, anche concedendoci qualche errore: apre nuove porte su ognuna delle tre aree sopracitate. Da qui a un anno, quali saranno le tue priorità? Come crescerà Matchfy a breve - medio termine? Le nostre priorità principali nei prossimi mesi saranno tre: espandere il Push Pro al mercato estero, un’app mobile dedicata per Android / iOS ed una terza della quale non posso rivelare maggiori dettagli, se non che sarà qualcosa di incentrato su AI. Quali sono le sfide che pongono a un CTO le esigenze degli artisti e delle etichette che si rivolgono a Matchfy? Come si stanno evolvendo, dal tuo punto di vista, le esigenze da parte del pubblico? Dal tuo punto di vista, qual è il prossimo livello nell’evoluzione tecnologica dei servizi che offrite? Le sfide sono innumerevoli ma possiamo ridurle a due aree principali: scalabilità e innovazione. Da una parte vorremmo introdurre novità ogni mese, dall'altra bisogna garantire che il sistema funzioni anche con carichi importanti di utenti. Ogni modifica richiede opportuni test e procedure prima della messa online, quindi dilata i cicli di rilascio in maniera considerevole. Quando si hanno migliaia di utenti attivi ovviamente la posta in gioco si fa più alta. Da un punto di vista tecnico la scalabilità rappresenta una sfida cruciale: l'architettura software impatta non solo sull'utente finale ma sui margini operativi. Pur essendo una startup, già dal primo anno abbiamo praticamente raggiunto breakeven, un risultato che è stato possibile gestendo attentamente le risorse ed investendone una buona parte sulla tecnologia. Ad esempio, realizzare un clone di Instagram (o di Matchfy, dato che iniziamo a vederne) è alla portata di molti sviluppatori. La complessità sta nel garantire le medesime performance quando si passa dalle centinaia, alle migliaia a milioni di utenti attivi contemporaneamente. Quando clicchiamo un pulsante su un'app, ciò che accade dietro le quinte è tutt'altro che banale. Adesso si parla di "bolla AI" — e da un punto di vista puramente economico è probabile che lo sia — tuttavia sono convinto che questa tecnologia sia qui per restare e rivoluzionerà completamente ogni settore produttivo. Lo sta già facendo solo che in pochi se ne stanno rendendo conto. In Europa ed ancor più in Italia purtroppo siamo perennemente in ritardo, è sufficiente osservare il livello del dibattito interno, oltre che degli investimenti su intelligenza artificiale. A dispetto delle condizioni di partenza sono ottimista sul futuro e sulle potenzialità di Matchfy, progetto che nasce già globale e che stiamo espandendo oltre il mercato italiano. Da un punto di vista delle competenze sono certo che non abbiamo nulla da invidiare ai nostri colleghi oltreoceano. Le qualità nel vecchio continente ci sono, bisogna "solo" pensare più in grande e rimboccarsi le maniche.