Il direct-to-consumer (abbreviato in D2C) è un modo di commercializzare i propri prodotti vecchio come il mondo: sostanzialmente corrisponde alla vendita diretta all'utente finale, senza bisogno di intermediari. In ambito musicale si traduce in una serie di interessanti possibilità sempre più sfruttate dagli artisti indipendenti, ma anche da quelli più affermati e popolari. Sempre più aziende, inoltre, si specializzano proprio in questa modalità di proposta strategica applicata alla musica, in particolare l'americana EVEN. "Oggi come oggi, la relazione con i fan è al centro del modello di business di ogni artista" ha spiegato il CEO Mag Rodriguez in una recente intervista alla Recording Academy. "Il potenziale del D2C è enorme e inesplorato, se si pensa che 5 miliardi e mezzo di persone sono connesse a internet, ma solo 700 milioni di loro sono abbonate a un servizio di streaming. L'obbiettivo è creare una sorta di economia parallela in cui i fan investono negli artisti in cui credono". Le proiezioni, in effetti, sono molto interessanti: un artista (il cui nome non viene specificato) che guadagnava una media di 10.000 dollari dallo streaming della sua musica, ad esempio, di recente è arrivato a guadagnare 100.000 dollari in un mese semplicemente mettendo in vendita tramite EVEN la versione fisica di 14 album della sua discografia. "In generale il 43% dei fan paga volontariamente più del prezzo minimo, ovvero 7.99 dollari, che è la soglia che rende i prodotti conteggiabili anche per le classifiche Billboard: la prossimità agli artisti ha un valore" ha spiegato Rodriguez. "Inoltre nel D2C il pagamento è immediato e tracciato, il che aiuta gli artisti a capire immediatamente chi sono i propri superfan".