L’associazione di etichette indipendenti europee Impala è tornata a evidenziare possibili criticità dell’acquisizione di Downtown Music da parte di Virgin Music Group, la divisione dedicata ai servizi per etichette e artisti di Universal Music Group. Dopo il lancio, all’inizio del mese, della campagna Block the Deal, Impala - nella giornata di oggi, venerdì 24 ottobre - ha diffuso uno studio compilato dalla professoressa Amelia Fletcher, artista (con trascorsi nelle fila di band come Talulah Gosh, Heavenly, Marine Research e Tender Trap) ed economista - nominata nel 2014 Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico - nota per i propri lavori sui temi come concorrenza e tutela dei consumatori. Nell’articolo Fletcher dimostra - si legge in una nota diffusa da Impala - “l'esistenza di una correlazione diretta tra riduzione dei ricavi delle etichette indipendenti e diversità e cultura”. “Sulla base delle ipotesi formulate, i risultati indicano che anche una piccola riduzione dei ricavi può ridurre il numero totale di uscite discografiche e i guadagni degli artisti”, spiega lo studio: “Inoltre, le uscite discografiche perse tenderebbero a essere quelle meno vendibili, ovvero quelle caratterizzate da generi o comunità più piccole o da musica in lingua non inglese”. "L'impatto dell'acquisizione di Downtown da parte di UMG sulla diversità culturale è una parte essenziale della valutazione della concorrenza”, ha commentato Impala. “Le case discografiche indipendenti sono sempre state promotrici della diversità culturale e paladine della nuova musica. Il modello della professoressa Fletcher è chiaro, e il mercato musicale stesso è ancora più vulnerabile alla concentrazione rispetto al passato. Nel caso Universal Music dovesse effettivamente acquisire Downtown, ci sarà un impatto negativo significativo sulla diversità culturale artistica all'interno dello spazio economico europeo, perché le etichette indipendenti genereranno meno entrate e avranno meno denaro da spendere per la nuova musica". Il documento elaborato da Fletcher è stato consegnato alla Commissione Europea, che sta conducendo un’indagine antitrust sulla proposta di acquisizione - temporaneamente sospesa. "E’ una questione di equilibrio”, ha commentato la Chair di Impala Helen Smith: “Le grandi aziende sono importanti, così come la collaborazione, come dimostra il progetto congiunto di licenze AI con Spotify. Allo stesso tempo, sono state sollevate preoccupazioni sulla salute del mercato digitale e dell'ecosistema se si permette al leader di diventare troppo grande. Le conclusioni evidenziano il rischio che il settore indipendente perda fatturato di conseguenza, con conseguenti minori uscite e una minore diversificazione”. “I risultati della ricerca fanno chiaramente vedere quale sia la posta in gioco”, ha aggiunto Francesca Trainini, Vicepresidente di PMI - Produttori Musicali Indipendenti: “Tutti gli occhi del settore indipendente sono puntati sulla Commissione Europea per garantire che il mercato musicale rimanga equo e competitivo, un mercato in cui possano prosperare vera concorrenza e diversità. La diversità culturale è una delle risorse uniche dell'Europa ed è giusto che sia sancita a livello di trattato”.