Con una nota ufficiale inviata a Rockol MusicBiz, Spotify ha replicato a NUOVOIMAIE riguardo quanto dichiarato dal Presidente Andrea Miccichè nel corso della sua intervista pubblicata su queste pagine lo scorso 12 novembre. Miccichè, nel suo intervento, annunciava di aver citato in giudizio il DSP svedese contestando la mancata remunerazione agli aventi diritto del compenso aggiuntivo destinato agli artisti che non percepiscono quello previsto per l’utilizzazione digitale delle opere prevista dall’articolo 80 della Legge sul Diritto d’Autore italiana. Spotify, nel pomeriggio di venerdì 14 novembre, ha replicato: "Spotify contesta con decisione queste affermazioni. Spotify è un servizio musicale autorizzato che rispetta le leggi sul copyright applicabili e paga circa due terzi dei suoi ricavi musicali ai titolari dei diritti, che a loro volta remunerano i creatori. Solo nel 2024, Spotify ha pagato circa 150 milioni di euro in royalty generate da artisti italiani, con oltre il 40% di queste royalty dirette ad indie" A stretto giro, è arrivata la replica del Presidente di NUOVOIMAIE Andrea Miccichè: “A me non consta che Spotify paghi le cifre citate nella nota diffusa oggi, e che non ci sia violazione del copyright: in ogni modo, invitiamo i rappresentanti della piattaforma all’incontro ‘Streaming non significa gratis’, in programma il prossimo martedì 18 novembre, alle ore 14,30, presso la Palazzina Appiani di Milano, previsto nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, per discuterne”