Si è svolto stamattina negli spazi della Palazzina Appiani il panel "Il valore della musica oltre il PIL: la misurazione dell'impatto della Milano Music Week", per presentare la prima edizione dell’Impact Report della Milano Music Week, che analizza e racconta gli effetti culturali, sociali, economici e ambientali generati dall’edizione 2024 della settimana della musica milanese. Il report è frutto di un progetto di ricerca promosso da Deloitte e Rockol MusicBiz, in collaborazione con Butik e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano: un passo significativo verso la misurazione di valore e della sostenibilità di uno degli eventi musicali italiani più importanti. Intervengono nella discussione Tommaso Sacchi (assessore alla cultura del Comune di Milano), Paola Zukar (founder di Big Picture Management), Ernesto Lanzillo (presidente del CdA di Deloitte & Touche SpA) e Nur Al Habash (direttrice artistica della Milano Music Week); modera l'incontro Giampiero Di Carlo (CEO Rockol). Ampio il confronto sulla ridefinizione del concetto di valore musicale oggi, evidenziando il ruolo sempre più centrale della musica come motore culturale e sociale. La musica, nelle parole di Giampiero Di Carlo, è "larger than life: la sua influenza e la sua capacità di arrivare a tutti e determinare un coinvolgimento sulle comunità è straordinario. E' un impatto talmente enorme che spesso viene percepito come non misurabile, ma non è così: ci siamo riusciti grazie all'aiuto di Deloitte" spiega. Il progetto pilota di questa misurazione è proprio la Milano Music Week, "che si può estendere in termini di valori e indicatori all'impatto della musica sulla nostra città" commenta Tommaso Sacchi. "Da quando ho intrapreso questo ruolo pubblico ho sempre lavorato molto sui dati, perché la tavolozza che ha di fronte un amministratore è senz'altro data dagli eventi e dai luoghi, ma anche da ciò che viene prodotto dalla cultura. Una misurazione della musica che vada oltre il PIL è quanto mai opportuna: è necessaria una narrazione più emotiva e calda, che prende in considerazione anche le endorfine che la musica mette in circolo nella popolazione". Una città che investe sulla musica la rende parte del suo racconto collettivo e della sua memoria: pensiamo a concerti come la storica data dei Beatles al Velodromo Vigorelli, o a editori musicali e etichette storiche, come Fonit Cetra e Sugar. E ancora, lo studio di fonologia di Berio e tanti altri luoghi innovativi. Paola Zukar sottolinea come sia importante creare una conoscenza condivisa su dati che difficilmente sono accessibili perfino a chi lavora nella musica. "Quando ho iniziato a lavorare nell'ambito della musica hip hop, che trasmette dei valori a cui io tengo tantissimo e che non sempre è stato compreso, siamo andati per così dire in freestyle: non sapevamo che impatto avrebbero avuto album come quelli di Fabri Fibra o dei Club Dogo" ricorda. "Ma ci siamo resi conto che il rap è anche da noi un vero e proprio ascensore sociale, e spero di poter aiutare mettendo a disposizione dei dati che, una volta analizzati e ordinati, potranno dare un senso comunicabile anche all'esterno di ciò che facciamo". Per Ernesto Lanzillo, si tratta di una vera e propria sfida. "Questo Impact Report è una sorta di edizione zero, in cui abbiamo tirato fuori i dati relativi all'edizione 2024; una palestra che utilizzeremo per migliorare ulteriormente nel 2025" spiega. "Al di là dell'impatto economico, ma le nuove generazioni hanno anche attenzione a valori molto importanti sul piano etico. L'Unesco spiega che il valore di un evento culturale non si basa solo su benessere economico e prosperità, ma anche sulla capacità di migliorare l'ambiente e la resilienza di una città e di migliorarne inclusione e partecipazione". Il report, in effetti, si ispira al framework UNESCO Culture | 2030, uno strumento internazionale per la valutazione del contributo delle iniziative culturali al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Quanto ai risultati, nell'ambito ambiente e resilienza, spicca l'impegno per la sostenibilità e l'attivazione delle periferie: 128 location coinvolte sul territorio di cui quasi il 10% nelle periferie, 100% degli eventi plastic free, raccolta differenziata garantita in tutte le sedi del programma ufficiale. In termini di benessere economico e prosperità, un plauso va alla leadership giovane e femminile (l'89% dei professionisti ha meno di 40 anni, l'84% è donna), mentre tra le conoscenze e competenze troviamo gli impressionanti numeri relativi al programma (370 eventi, 222 artisti, 270 speaker), ma anche il focus sulle nuove generazioni (30% dei performer è under 29 e il 69% è nella fascia 30-49 anni). Nell'ambito di inclusione e partecipazione, si registra una crescita nelle presenze (+10% rispetto al 2023). Nur Al Habash conferma che l'intenzione è di svolgere una misurazione continuativa: "Abbiamo impostato un'infrastruttura che ci permetterà di valutare il valore della MMW non tanto come semplice evento, ma come piattaforma" afferma. "Oltre a generare valore culturale in forma di concerti, dj set, contenuti e dibattiti, questa settimana riunisce nella capitale della musica italiana tutta l'industria musicale e tutti coloro che sono interessati alla musica in termini di business, tecnologia e impatto. E' un modo per fare il punto della situazione, fare un bilancio sull'anno che si appresta a chiudersi e fare delle previsioni sull'anno che verrà". Grande importanza viene data anche agli studenti, che partecipano in grande quantità: "Già l'anno scorso mi è capitato spesso di incontrare studenti che venivano da lontano e arrivavano per fare una sorta di full immersion formativa e di apprendimento, perché dove vivono loro non ci sono opportunità simili". Ed è anche un'opportunità per i professionisti di fermarsi a riflettere insieme. Anche per questo, una fotografia del sistema musica è quanto mai importante: "Spero che questo Impact Report sia solo l'inizio e che preluda a una misurazione più generale della nostra industria. In Italia siamo stati un po' allergici ai dati nel passato, ma è importante contarsi per contare, come si suol dire: il primo strumento che abbiamo per progredire come industria e farci aiutare dalle istituzioni è proprio quello di avere dei riscontri oggettivi relativi a ciò che tutti percepiamo, per raccontare in maniera più puntuale e oggettiva ciò che facciamo".