Virgin Music Group, la divisione dedicata ai servizi ad artisti ed etichette di Universal Music Group, ha annunciato oggi la collaborazione con l'artista italiano VMonster, "segnando - spiega l'azienda -&nbsp;una nuova fase per il produttore che ha costruito nell’ultimo decennio un percorso fortemente indipendente". L’accordo prevede la distribuzione dei suoi nuovi progetti, così come dell’intero catalogo precedente.

Virgin Music Group e VMonster stanno lavorando a una serie iniziale di pubblicazioni di singoli inediti, contestualmente alla definizione delle strategie per il lancio del prossimo album in uscita nell’arco del 2026.

“VMonster ha un'immagine definita, un pubblico autentico e una visione chiara. Il nostro compito è amplificare la sua portata senza compromettere la sua visione e la sua voce”, ha dichiarato Luca Carpino, Label Manager di Virgin Music Group Italia.

Negli ultimi dieci anni, VMonster ha pubblicato, promosso e portato in tour la sua musica in modo indipendente, sperimentando tra urban e pop e valorizzando le proprie radici attraverso influenze neomelodiche.&nbsp; "Virgin Music Group lavorerà al suo fianco per consolidare le fondamenta che ha costruito da zero, con una struttura organizzativa capace di fornire i servizi e il know-how necessari per sviluppare e sostenere una carriera di lungo periodo", ha chiarito l'azienda.

"Ho imparato tutto sul campo: dalla pianificazione dei calendari di uscita alla gestione della mia community», ha commentato&nbsp;VMonster:&nbsp;"Ora voglio alzare l’asticella su qualità, storytelling e nuove opportunità. Avere al mio fianco esperti che possano guidarmi con la loro esperienza fa davvero la differenza. Rimango indipendente, ma oggi scelgo una struttura professionale che mi permetta di competere dove conta: qualità, rilevanza e continuità".

“Vogliamo che ogni uscita di VMonster sia un punto di accesso al suo mondo, supportato da strategie che ne massimizzino l'impatto e la portata”, ha aggiunto Marina Carissimi, Territory Project Manager di Virgin Music Group Italia.

L’artista terrà uno showcase durante la Milano Music Week 2025 il 21 Novembre alle ore 17 presso la Capsula a Linecheck, offrendo al pubblico un’anteprima live dei nuovi brani.

Marina Carissimi

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Luca Carpino

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Virgin Music Group Italia, un accordo con VMonster

Industria

'Una nuova fase per il produttore che ha costruito un percorso fortemente indipendente'

Si è svolto oggi negli spazi della Palazzina Appiani il panel "La Trilogia di Marracash: un talk con Marz e Zef", presentato da SIAE e Rockol.&nbsp;I due&nbsp;producer che hanno scolpito un suono unico e inimitabile, capace di segnare indelebilmente il rap e la musica italiana, dialogano con Claudio Cabona:&nbsp;"Due argonauti del sound diversi, ma complementari nel loro modo di esplorare la materia sonora", come li definisce Cabona, che al servizio dei tre pilastri della trilogia hanno saputo unire magicamente le proprie visioni.

La figura del producer si è evoluta molto da quando Marz e Zef hanno mosso i primi passi nell'industria discografica, nel lontano 2011. "Il produttore all'epoca era percepito come un ragazzino che stava in cameretta a fare i beat" ricorda Marz. "Oggi è un mestiere che è arrivato ai vertici della discografia e della musica dal vivo, una cosa che per noi era un sogno, agli inizi". Il 2016 è stato un anno di svolta: "Alcune figure, come Charlie Charles, hanno cominciato a spiccare, e la figura del produttore è diventata centrale" osserva Zef. "E' stato anche l'anno in cui lo streaming è partito davvero, anche economicamente. Prima era difficile per un producer capire come tirare avanti economicamente: entrambi facevamo già beat per artisti super affermati, ma contemporaneamente facevamo anche altri lavori, perché non era sostenibile vivere solo di quello. Dal 2016 in poi, però, tutto è cambiato".&nbsp;

Persona, il primo album della trilogia, è uscito nel 2019. "Io e Zef abbiamo lavorato insieme a 'Crudelia' e 'Bravi a cadere'" racconta Marz. "'Crudelia è stato uno dei primi brani che Marracash ha scritto per quel disco, e inizialmente ha ottenuto riscontri abbastanza tiepidi: si era anche pensato di rilavorarlo, ma poi non eravamo mai riusciti a trovare una quadra. Fino a quando&nbsp;ha provato a metterci sopra le mani Zef, trasformandolo in quello che tutti oggi conoscono". Per "Bravi a cadere"&nbsp;invece, si è partiti da un'idea di Zef. "Il pezzo nasce da una session notturna con Davide Petrella, che aveva scritto una parte poi completamente cambiata da Marra: è rimasto solo il claim 'Siamo bravi a cadere'. Inizialmente era talmente pop che l'avevamo pensata per Mengoni, ma poi abbiamo pensato che sarebbe stata più adatta per un rapper per via del beat, così l'abbiamo presentata a Marracash". Per "Crudelia" si è "arrangiato il silenzio, una cosa che mi aveva detto anche Reverberi parlando di 'Emozioni' di Lucio Battisti" dice Cabona, chiedendo ai due se si riconoscono in questo parallelismo. "Nella musica italiana si tende molto a riempire per creare dinamica e crescendo, ma in realtà secondo me a volte è meglio fare il contrario: svuotare per evidenziare l'essenziale" spiega Zef. "Non a caso il&nbsp;tentativo&nbsp;che avevamo fatto prima era proprio quello di aggiungere: linee di piano, archi, parti orchestrali. E ogni volta ne uscivamo scontenti" dice Marz, che di "Persona" è stato il produttore principale.&nbsp;

Quando uscì "Persona", la speranza di Marracash era quella di arrivare almeno a un disco di platino: erano gli anni della trap e andava di moda tutt'altro. Tutti sappiamo com'è andata a finire. Per "Noi, loro, gli altri", due anni dopo,&nbsp;l'aspettativa era altissima, ma i due produttori hanno scelto la strada del rinnovamento. "L'idea di non ripetersi dovrebbe essere centrale nel lavoro di tutti coloro che fanno il nostro mestiere" osserva Zef. "La ripetizione è la morte della creatività, sia in senso romantico che strategico: sul lungo periodo non paga". Nelle dinamiche del lavoro, Marz è letteralmente l'ombra di Marracash: "7 giorni su 7, per ore e ore al giorno, ci chiudiamo insieme in studio e sappiamo che tutto il nostro tempo insieme sarà dedicato a pensare al disco". In un secondo momento entra in campo Zef, che funge da una sorta di occhio esterno: "E' sempre utile avere qualcuno con quel ruolo, perché porta&nbsp;quella piccola dose di cinismo che serve per bilanciare l'emotività e valutare il tutto con lucidità" commenta. La fase di scrittura con Marracash è concentrata all'inizio, poi comincia una lunga fase di rilavorazione dei brani dal punto di vista produttivo e melodico. "'Crazy Love' ad esempio inizialmente aveva un altro nome, e la prima versione del testo diceva delle cose irripetibili" ricorda Zef sorridendo. "Abbiamo aggiunto un'arpa perché in un pezzo così dark avrebbe creato un altro tipo di atmosfera, e da lì anche il pezzo ha preso la sua strada". Marracash, in effetti, spesso ri-lavora i pezzi dopo aver sentito la produzione definitiva. "Il nostro modo di operare assomiglia molto a quello di una band: anche se non c'è scritto il mio nome sulla copertina dei dischi della trilogia, per me è un progetto che sento mio al 100%, ci metto tutto me stesso" spiega Marz.

I campionamenti di "Noi, loro, gli altri" sono particolarmente elaborati e portano in un certo senso fuori dai binari. "'∞ Love' ha un sample, 'Infinity' di Guru Josh, un pezzo acid house che abbiamo portato nel mondo della trap" ricorda Marz. La ricerca di qualcosa di non convenzionale è proseguita per tutta la trilogia ed è stata portata ai massimi livelli anche per "E' finita la pace".&nbsp;Come è successo per "Factotum", il cui campione è stato registrato da Marz dalla musica d'ambiente ascoltata&nbsp;durante la mostra di Wes Anderson&nbsp;che stava visitando: "Vivo con Shazam in mano, quando il radar si aziona prendo al volo l'idea. Siamo sempre al lavoro, in qualsiasi momento della giornata" spiega Zef. Anche per "Canzone triste", con l'omonimo sample di Ivan Graziani, l'ispirazione è arrivata fulminea: "Un'idea nata mentre eravamo a pranzo dai miei a Sondrio" ricorda Zef. "Abbiamo fatto il beat in un'ora, l'abbiamo subito mandata a Marracash", e il resto è storia. Ai tempi di "E' finita la pace" il team era già rodato: "L'unica differenza è stata che abbiamo lavorato all'album senza featuring e senza autori, quindi è stato un lavoro ancora più intensivo". In generale, però, anche sugli altri due capitoli della trilogia gli autori sono intervenuti "al servizio di un'idea che era già ben definita, e non raccattando pezzi qua e là" specifica Zef. "Abbiamo sempre seguito il nostro istinto" aggiunge Marz.

Il successo della trilogia è anche dovuto a un suono molto identitario e preciso: pur essendo sempre stato una penna importante, il successo odierno di Marracash si è consolidato soprattutto quando ha trovato il suo sound caratteristico. "Sia nel rap che nel pop c'è talmente tanta musica e talmente tanta scelta che se il pubblico si affeziona a un progetto, deve avere un'identità musicale molto chiara" riflette Zef. "Le scelte stilistiche di un produttore o direttore artistico fanno la differenza. A volte ci sono dischi che procedono per tentativi e sembrano un po' una compilation: credo che invece sarebbe utile che ciascun autore abbia il suo produttore di riferimento, perché dà la sua impronta, come Brian Eno con gli U2 o Rick Rubin con i Beastie Boys". Marz è d'accordo: "Oggi che gli album fanno più fatica a ingranare, rispetto ai singoli, quando il suono ha una definizione e una coerenza diversa, si sente: è artigianato sonoro" dice.&nbsp;

Il produttore è di fatto paragonabile al regista di un film, e oggi c'è anche un riconoscimento economico di questa regia: "Fino a 10 anni fa non era così, non era neanche un mestiere, soprattutto nel nostro genere, che non era percepito come musica vera" ricorda Marz. "Ci scontravamo spesso con una falsa credenza, ovvero che a noi fare musica 'costasse' meno degli altri, perché producevamo al computer; molti dischi pop che magari vendevano infinitamente di meno dei nostri, ma erano pagati molto di più perché invece utilizzavano dei musicisti" spiega Zef. Con l'urbanizzazione del pop tutto è cambiato, grazie anche al lavoro di collecting come SIAE per le ripartizioni dello streaming. Ciononostante, l'idea di cimentarsi con un producer album. "Abbiamo pubblicato un singolo insieme, e la promozione è stata una dei momenti di più grande sofferenza per noi" ride Zef. "Ricordo che un giorno eravamo in una radio del Vaticano per rilasciare un'intervista, al termine di un'altra giornata di interviste, e ci siamo detti: ma noi cosa ci facciamo&nbsp;qui? A quest'ora dovremmo essere in studio a lavorare!". "E poi noi non siamo frontman" aggiunge Marz. "Fare un producer album sarebbe bello sulla carta, ma poi non avremmo controllo, a differenza degli artisti che fanno un album".&nbsp;

MMW25, report: il panel "La Trilogia di Marracash"

Un talk con Marz e Zef per raccontare i retroscena di tre album seminali per il rap contemporaneo

Il governo britannico ha confermato di avere in programma un’azione legislativa per azzerare, nel Paese, le speculazioni sul mercato secondario legate alla vendita di biglietti per gli eventi dal vivo: dopo le indiscrezioni fatte trapelare nei giorni scorsi dal Guardian, l’esecutivo guidato da Keir Starmer ha confermato di voler proibire la rivendita di titoli d’ingresso di qualsiasi tipo a un prezzo superiore a quello indicato sul mercato primario - il face value - fatte salve le maggiorazioni per le “inevitabili commissioni” legati alla cessione sul secondary market.

Le piattaforme di rivendita - spiegano le autorità britanniche - “avranno l’obbligo legale di monitorare e far rispettare il limite di prezzo”, e “ai singoli sarà vietato rivendere più biglietti di quanti ne avessero il diritto di acquistare nella vendita iniziale”. Le nuove norme diventeranno effettive "quando i tempi tecnici legati all’iter parlamentare di approvazione lo consentiranno".

Nel Regno Unito una <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755342/uk-decine-di-artisti-chiedono-un-tetto-sul-resale-dei-biglietti">campagna di sensibilizzazione contro il secondary ticketing</a> era stata sostenuta non solo dalle associazioni di settore come Which? e FanFair Alliance, ma anche da artisti di prima grandezza come Coldplay, Dua Lipa, Radiohead, Iron Maiden e Sam Fender.

UK, il governo conferma il piano anti-secondary ticketing

Sarà proibito rivendere biglietti superando il face value, e…

A due settimane dall’annuncio, da parte di Universal Music Group, degli accordi con <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755014/ai-universal-music-e-udio-hanno-raggiunto-un-accordo">Udio</a> e <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755023/umg-doppietta-sull-ai-un-accordo-anche-con-stability">Stability</a>, le cronache registrano un ulteriore passo avanti - da parte delle major - nel percorso di normalizzazione dei rapporti con le aziende impegnate nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale generativa. Warner Music ha annunciato di aver regolato i rapporti con le stesse aziende con le quali - alla fine del mese scorso - il gruppo guidato da Lucian Grainge ha sancito la cessazione delle ostilità.

La multinazionale diretta da Robert Kyncl ha fatto sapere di aver siglato con Udio un’intesa - definita “storica” - grazie alla quale è stata risolta la vertenza tra le due aziende per violazione di copyright, stabilendo “un quadro chiaro per lo sviluppo del servizio di creazione musicale basato sull'intelligenza artificiale su licenza di Udio, il cui lancio è previsto per il 2026”.

“Grazie a questa collaborazione, Udio svilupperà una piattaforma di creazione, ascolto e scoperta musicale di nuova generazione, basata su modelli di intelligenza artificiale generativa addestrati su musica concessa in licenza e autorizzata”, ha spiegato la major: “L'accordo, che abbraccia le attività di WMG nel settore della musica registrata e dell'editoria musicale, crea nuove fonti di reddito per artisti e cantautori, garantendo al contempo la protezione del loro lavoro”.

"Collaborare con WMG segna una pietra miliare significativa nella nostra missione di ridefinire il modo in cui l'intelligenza artificiale e l'industria musicale si evolvono insieme", ha dichiarato Andrew Sanchez, co-fondatore e CEO di Udio: "Questa partnership è un passo cruciale verso la realizzazione di un futuro in cui la tecnologia amplifica la creatività e apre nuove opportunità per artisti e cantautori. La nostra nuova piattaforma consentirà esperienze in cui i fan potranno creare insieme ai loro artisti preferiti e realizzare musica straordinaria in un ambiente che offre agli artisti controllo e connessione. Siamo assolutamente entusiasti di collaborare con WMG per creare questo nuovo futuro".

"Siamo fermamente impegnati nella tutela dei diritti dei nostri artisti e autori, e Udio ha adottato misure significative per garantire che la musica sul suo servizio sia autorizzata e concessa in licenza”, ha aggiunto Kyncl: “Questa collaborazione è in linea con i nostri più ampi sforzi per liberare responsabilmente il potenziale dell'intelligenza artificiale, alimentando nuove possibilità creative e commerciali e continuando a offrire esperienze innovative ai fan".

Il servizio in abbonamento progettato con Udio - spiega WMG - “introdurrà una serie di esperienze creative che consentiranno agli utenti di creare remix, cover e nuovi brani utilizzando le voci degli artisti e le composizioni dei cantautori che scelgono di partecipare, garantendo al contempo che artisti e cantautori vengano riconosciuti e pagati”. Prima del lancio, Udio implementerà anche protezioni ampliate e altre misure volte a salvaguardare i diritti di artisti e cantautori.

La collaborazione con Stability si concentrerà “sullo sviluppo di strumenti di livello professionale che consentano ad artisti, autori e produttori di sperimentare, comporre e produrre utilizzando modelli eticamente formati”, sbloccando “nuove forme di espressione creativa, tutelando al contempo i diritti dei creatori e aprendo nuove opportunità di guadagno”. Le due aziende - si legge nella nota congiunta diffusa - “collaboreranno direttamente con gli artisti per comprendere come interagiscono con le tecnologie emergenti, plasmando strumenti di nuova generazione che migliorino il loro processo creativo senza compromettere la qualità o il controllo artistico”.

"Questa collaborazione rappresenta un passo importante verso lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale responsabili e a misura d'artista, che espandono le possibilità creative, salvaguardando al contempo i diritti e l'integrità dei creatori musicali”, ha precisato Carletta Higginson, EVP e Chief Digital Officer di WMG: “Insieme, stiamo gettando le basi per un ecosistema musicale etico a vantaggio di artisti e autori".

"WMG è leader nel panorama musicale e dell'intrattenimento globale e siamo orgogliosi di collaborare con un'azienda che condivide la nostra filosofia ‘artist First’”: ha spiegato Prem Akkaraju, CEO di Stability: “In Stability mettiamo gli artisti al centro e sviluppiamo strumenti che supportano il loro processo creativo. Questa partnership approfondisce questo focus e aprirà nuove possibilità creative per gli artisti attraverso l'intelligenza artificiale generativa".

Al momento, Sony Music è l’unica delle tre major a non aver ancora annunciato accordi con Udio e Stability: la posizione del gruppo guidato da Rob Stringer nei confronti degli sviluppatori di modelli di Gen AI pare più intransigente, alla luce della <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-744523/sony-music-intelligenza-artificiale-opt-out-su-catalogo-no-training">dichiarazione “universale” di opt-out fatta da Sony Music a maggio 2024</a>.

Intelligenza artificiale, WMG sigla accordi con Udio e Stability

Dopo Universal Music, Warner Music regola i rapporti con due importanti player del settore AI

Il Digital Omnibus Package della Commissione sull’AI ACT - <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755482/digital-omnibus-ai-act-l-europa-ritarda-cull-ai-act">il pacchetto di modifiche all’AI Act presentato per semplificare l’attuazione del testo sull’intelligenza artificiale</a> - “non impatta su copyright e obblighi di trasparenza”: lo spiega FIMI - Federazione Industria Musicale Italiana - in una nota diffusa oggi, giovedì 20 novembre.

“Come annunciato dal relatore dell’AI Act, Brando Benifei, durante il panel di FIMI e IFPI alla Milano Music Week, il Digital Omnibus Package della Commissione EU non ha impattato sulle norme relative al copyright presenti nel regolamento comunitario”, precisa la federazione che rappresenta le principali realtà discografiche italiane: “Come anticipato, la principale attenzione delle modifiche riguarda gli obblighi relativi ai sistemi di IA ad alto rischio. La Commissione propone di introdurre un ‘periodo di grazia di 6 mesi’ per i fornitori affinché si conformino agli obblighi di etichettatura dei contenuti e watermarking previsti dall’articolo 50, che si ritiene diventino applicabili dal 2 agosto 2026. La proposta consentirebbe ai sistemi di IA già presenti sul mercato al 2 agosto 2026 di essere resi conformi entro il 2 febbraio 2027. Non sono state proposte modifiche sostanziali riguardo agli obblighi relativi ai GPAI (conformità al copyright e trasparenza) previsti dall’articolo 53 dell’AI Act”.

“Per FIMI si tratta di una buona notizia”, conclude la Federazione, il cui CEO Enzo Mazza ha dichiarato: “Ora si tratta di presidiare il passaggio parlamentare nei prossimi mesi per evitare assalti da parte delle tech sulla parte copyright, ma allo stato abbiamo conservato le principali disposizioni che avevamo ottenuto con l’AI Act e che restano pienamente attuabili”.

AI, la nota di FIMI sul Digital Omnibus

Per la Federazione il pacchetto di modifiche non impatta su copyright e trasparenza

Debutterà durante la nona edizione della Milano Music Week “Casa Restart - Wellbeing for Music Minds”, “un nuovo spazio di incontro e riflessione dedicato al tema della salute mentale nel mondo della musica”.

L’iniziativa, ideata da Restart in collaborazione con PMI - Produzioni Musicali Indipendenti e Breath On Tour, sarà ospitata dagli spazi di Santeria Paladini 8 domenica 23 novembre, dalle ore 11.00 alle ore 20.00, e prevede workshop, panel e momenti di ascolto collettivo.

“Questa iniziativa - spiegano gli organizzatori - nasce dal bisogno di creare uno spazio di dialogo sincero e accessibile, dove la vulnerabilità diventa una risorsa e la comunità uno strumento di guarigione e crescita”.

L’ingresso è libero. La registrazione agli <a href="https://www.instagram.com/restartmusicminds/reel/DQ6e6YDjYIM/">eventi in programma</a> (consigliata) può essere effettuata a <a href="https://linktr.ee/CasaRestart">questo indirizzo</a>.

MMW25, nasce ‘Casa Restart’

Grazie alla collaborazione di PMI e Breath on Tour

Articolo a cura di Lucia Maggi, CEO e partner di 42 Lawfirm.

L’Unione Europea ha presentato il Digital Omnibus on AI, il nuovo pacchetto di modifiche all’<a href="https://musicbiz.rockol.it/tutto-su/ai-act-495842">AI Act</a> pensato per semplificarne l’attuazione. Semplificazione, però, non significa accelerazione, anzi, il testo conferma ciò che nel settore creativo si percepiva da mesi, cioè che le norme più rilevanti per la trasparenza della generative AI, per la tracciabilità dei contenuti e per la protezione degli artisti slittano ulteriormente nel tempo. Non cambia il quadro giuridico, ma si sposta in avanti la sua efficacia reale.

Per chi lavora nella musica, artisti, etichette, editori, collecting societies, la notizia è significativa. L’AI Act non è una legge sul copyright, ma rappresenta la cornice tecnica ed etica dentro cui il diritto d’autore dovrà muoversi nei prossimi anni. E proprio qui sta il punto, con il Digital Omnibus molte promesse di trasparenza by design, fondamentali per distinguere ciò che è umano da ciò che è sintetico, vengono rinviate.

L’articolo 50 dell’AI Act obbliga i provider a indicare quando un contenuto, audio, testo, immagine o video, è generato o manipolato da un sistema di intelligenza artificiale. È uno strumento potenzialmente decisivo contro deepfake, manipolazioni e derivati non autorizzati, e rappresenta la condizione tecnica per distinguere un brano umano da uno creato integralmente da un modello generativo. Il Digital Omnibus concede però sei mesi extra ai provider per adeguare i sistemi già sul mercato, spostando più avanti la piena applicazione del requisito di marcatura. Inoltre, i requisiti tecnici necessari per rendere il watermark interoperabile dipendono da standard ancora in fase di definizione. Fino alla loro pubblicazione ogni piattaforma potrà adottare soluzioni proprietarie, con evidenti limiti per l’intero ecosistema.

Per l’industria musicale ciò significa una cosa chiara, la lotta ai deepfake vocali e alla manipolazione dei master non avrà strumenti realmente operativi prima del 2027.

Gran parte degli obblighi più incisivi dell’AI Act, inclusa la documentazione dei dataset di addestramento, riguarda i sistemi ad alto rischio. Il Digital Omnibus stabilisce che tali obblighi entreranno in vigore solo quando la Commissione avrà verificato la disponibilità di standard, linee guida e strumenti tecnici adeguati. Tradotto, senza standard non vi sarà attuazione piena e senza attuazione rimarrà limitata la possibilità di verificare come sono stati addestrati i modelli. Se un modello non è classificato come high risk continuerà a non essere soggetto agli obblighi più penetranti di documentazione.

Il documento riconosce anche un ritardo diffuso tra gli Stati membri nella designazione delle autorità competenti e degli organismi di valutazione della conformità, necessari per eseguire controlli e audit sui modelli. Senza tali organismi il diritto rimane sulla carta. Nessuna legge può essere efficace senza l’infrastruttura che la rende applicabile.

La narrazione istituzionale insiste su un’Europa AI first, capace di guidare lo sviluppo tecnologico in modo etico, ma il Digital Omnibus mostra una distanza evidente tra obiettivi e capacità attuativa. L’intento è affrontare problemi concreti, ma il risultato è che le norme più sensibili per la creatività e per il mercato culturale rimarranno inattuate ancora per mesi.

Nel frattempo la generative AI evolve rapidamente. Nuovi modelli in grado di ricreare timbri vocali, stili compositivi e arrangiamenti complessi vengono rilasciati continuamente e senza strumenti di tracciabilità robusti diventa sempre più difficile distinguere tra opera originale, imitazione e derivazione.

Il copyright europeo è già sotto pressione per la velocità dell’innovazione. L’AI Act non decide cosa è lecito nei processi di training, ma introduce gli strumenti che permettono di riconoscere e monitorare ciò che i modelli fanno. Ritardarne l’attuazione significa ritardare anche la capacità dei titolari dei diritti di difendere le proprie opere. Per questo il settore musicale guarda al Digital Omnibus con attenzione, perché più la trasparenza slitta, più sarà complesso proteggere performance, composizioni, registrazioni sonore e identità artistiche in un mercato in cui la linea tra umano e artificiale è sempre più sottile.

Gen AI: l'Europa ritarda ancora con il Digital Omnibus (AI Act)

Il pacchetto di semplificazioni sposta di sei mesi l'attuazione delle tutele per musica e creatività

La Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, ha ospitato oggi - 19 novembre - il panel "La musica italiana: come si colloca nello scenario globale? Sfide ed opportunità”. L’incontro, presentato da Pirames, ha voluto offrire "un quadro sul ruolo della musica italiana nel contesto internazionale, analizzando le dinamiche che ne influenzano la diffusione, il riconoscimento e l’evoluzione”.

Ad aprire il dibattito, moderato da Davide Poliani, giornalista responsabile di MusicBiz di Rockol, è intervenuto l’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati, per rappresentare il punto di vista delle istituzioni rispetto alle criticità che l’industria musicale affronta nella valorizzazione del repertorio popolare contemporaneo italiano all’estero. "Insieme al Sottosegretario di Stato alla Cultura, Gianmarco Mazzi — che proviene dal mondo dello spettacolo dal vivo — stiamo seguendo questo tema fin dall’inizio della legislatura. Io, in qualità di Presidente della Commissione Cultura, lo affronto dal lato parlamentare e ho una visione completa delle dinamiche in corso. I dati SIAE, per esempio, ci mostrano che grazie al grande impegno dell’intera filiera dopo il Covid sono arrivati risultati molto positivi. Li abbiamo presentati insieme al MIC qualche tempo fa, e anche altri rapporti confermano, come ricordavate, una ripartenza molto significativa", ha sottolineato&nbsp;l’On. Federico Mollicone, per poi continuare: "Entrando nel concreto, ci sono diversi interventi economici destinati a sostenere il sistema musicale italiano. Dai dati della Direzione generale Spettacolo del MIC, relativi alla musica popolare contemporanea,&nbsp;emerge che per la promozione del talento musicale del nostro Paese all'estero, nel 2024 sono stati finanziati 12 organismi per 327 mila euro, per un totale di 293 milioni di euro; nel 2025 sono stati&nbsp;finanziati 10 organismi per una cifra simile. Inoltre, ci sono 265 domande su 61 imprese richiedenti il tax credit musica, uno strumento che sta funzionando molto bene — paragonabile, per efficacia, a quello utilizzato in altri Paesi — e che poggia su un fondo da 5 milioni di euro". Ha continuato: "Si tratta di cifre che, rispetto al volume economico mosso dalla musica italiana, non sono ancora sufficienti, ma rappresentano comunque una crescita rilevante rispetto al passato. Quando si apre un fondo, infatti, spesso nei successivi anni viene incrementato. In particolare, in questa legge di bilancio abbiamo introdotto un emendamento dedicato allo sviluppo e alla promozione del sistema musicale popolare contemporaneo, per valorizzare questo settore e sostenerne la crescita. La legge di bilancio partirà dal Senato — io sono alla Camera — e tornerà poi alla Camera per la seconda lettura. Il fondo, con una dotazione di 3 milioni annui, servirà a finanziare interventi di sviluppo e di rafforzamento del sistema, migliorandone la competitività e sostenendo le imprese produttrici e gli organizzatori musicali italiani. Sono inoltre già stati stanziati 5 milioni nella legge di bilancio per la valorizzazione e la promozione della musica italiana in Italia e all’estero, con l’obiettivo di sostenere la promozione e l’esportazione delle nostre produzioni. In generale, è in arrivo il nuovo Codice dello Spettacolo, che offrirà finalmente un quadro organico per capire e valorizzare il sistema musicale nel suo insieme. Per la prima volta si riconosce pienamente la musica popolare contemporanea come una forma d’arte al pari della musica classica e delle altre arti musicali, sancendo un principio atteso da anni. C’è grande attenzione su questi temi. Naturalmente, sappiamo che si può fare molto di più dal punto di vista dei finanziamenti, ma stiamo lavorando per procedere in questa direzione. E posso dirvi che c’è un ottimo rapporto con le associazioni di categoria, fondamentale per costruire politiche efficaci e condivise".

Davide Poliani ha quindi portato l'attenzione sul modello "user-centric", che determina le retribuzioni a favore degli aventi diritto. A proposito di questo, ha quindi preso parola&nbsp;Massimiliano Pani, proprietario e direttore artistico di PDU Music&amp;Production nonché produttore ed arrangiatore, tra gli altri, anche di Mina, il quale ha sottolineato: "Si continuano a leggere spesso dati per cui la musica starebbe generando grandi risultati economici. Ma a beneficio di chi? Sono volumi di soldi che poi non vanno ad artisti, autori o produttori. È vero che viene generato un grosso volume di soldi, ma questi soldi poi non vanno agli autori. La verità è che se io faccio un abbonamento di 10 euro su un servizio di musica e poi ascolto un determinato artista, 5 euro non vanno direttamente a quell’artista. La distribuzione va quindi in base a quote di mercato e a valori di classifica. Viene tutto digitalizzato in maniera corretta, eppure alla fine finisce tutto in un calderone e si divide a quote. Più che un tema di trasparenza, qui si tratta di un tema di volontà da parte degli accordi tra le piattaforme e le multinazionali".

Dal punto di vista legale come si pone il repertorio italiano all'estero? Quali sono le sfide che la tutela del nostro repertorio ci pone? Per rispondere a questa domanda, è intervenuto&nbsp;l’avvocato Vittorio Costa, legale esperto in Diritto d’autore, che ha evidenziato: "In Italia ci fu nel ’41 una legislazione per la disciplina del diritto d'autore che fu estremamente innovativa e d'avanguardia allora. Ma ora siamo rimasti molto, molto indietro. Addirittura, la comunità europea, che non era mai stata troppo favorevole del lavoratore singolo, ha emanato la direttiva UE 2019/790 che impone agli Stati di avere un'attenzione nel legiferare su quello che può essere il recupero della filiera. Perché la filiera parte dall'autore. Se non c'è un autore che scrive delle belle canzoni, non si va troppo lontano. La tecnologia a cosa ha portato? Che la musica si fa molto velocemente, e semplicemente. Una volta non era così, e si ottenevano risultati straordinari - che infatti hanno portato a brani che sono diventati dei classici, che ora fanno funzionare l’economia italiana nel mondo. Nel mondo, la musica italiana è quella ancora un po' vecchia. L'attuale musica è rimasta molto, molto indietro rispetto agli altri. Che cosa succede quindi? Che non c'è una remunerazione per i nuovi autori, non c'è una remunerazione per i nuovi compositori. E la remunerazione che può andare agli interpreti e agli esecutori in Italia è soltanto quella del territorio italiano. All'estero, purtroppo, abbiamo perso gran parte degli incassi, che vengono ripartiti sempre sui vecchi brani, sui vecchi interpreti. Però non vedo un futuro”. Ha aggiunto: “Il vero problema è fare in modo che i soldi che il governo va a stanziare vadano a sostenere la parte creativa. Perché senza qualità, la ripartizione non sarà mai efficace su chi poi è il vero autore del lavoro".

La parola è quindi passata a Gianluigi Chiodaroli, Presidente di Itsright, il quale ha precisato: “Io faccio un mestiere che riguarda la gestione collettiva dei diritti connessi al diritto d'autore, cioè i diritti di direzione secondaria che aspettano agli artisti e ai produttori discografici sulle registrazioni che hanno realizzato. Seppur ci si trova ormai a parlare di digitale, io in realtà lavoro ancora sui vecchi media: radio, tv, discoteche - tutto un mondo che costituisce una fetta in crescita, magari vista come obsoleta, ma comunque significativa dell'economia della musica e soprattutto dell'economia dell’artista. Che è il punto da cui io guardo e da cui sto cercando di trarre i numeri che ora vi racconto". Ha proseguito: "Un primo dato: che l'internazionale fosse un'area strategica per noi è un'intuizione del primo giorno. Esistiamo da 15 anni e siamo progressivamente cresciuti, oggi abbiamo 40 persone che lavorano in Itsright e 4 di queste - quindi il 10% - lavorano solo sull'internazionale. Perché è più difficile. Perché è quello rispetto al quale la costruzione della raccolta richiede tempo”. E ancora: “Noi riusciamo a raccogliere il circa 10-15% del totale della raccolta in giro per il mondo. Come si fa? Abbiamo una cinquantina di organizzazioni come la nostra, per esempio in ciascun paese del mondo, con ciascuna di queste si fanno degli accordi di reciprocità. Un elemento che fa la differenza rispetto al discorso sul digitale, la raccolta viene restituita su base analitica. Questo punto dei numeri è quello sul quale io comincio a portare sul tavolo dell'Onorevole una richiesta. Noi non abbiamo ricerche scientifiche e sistematiche sulla musica italiana nel mondo. Abbiamo tanti frammenti, che io ho cercato di mettere insieme. Ma poi alla fine mi sono arreso. Posso quindi prendere solo i numeri condivisi nella nostra comunità di collecting. Però credo che potrebbe essere utile - in un momento in cui si ragiona anche con i dipartimenti del Governo che si occupano dell'economia italiana del mondo - pensare una raccolta dati. Che la musica italiana sia presenta nel mondo sui mezzi tradizionali è un artefatto, confermato dai quattro numeri che ora fornisco. Ebbene, 51 accordi di reciprocità nel mondo - escludendo gli Stati Uniti d’America: incassiamo da tutti i 51 paesi, anche quelli minori, perché hanno la presenza di musica italiana. Della nostra comunità di artisti, il 90% incassa regolarmente somme dall’estero - il 90% è un'entità altissima. Anche se meno di un quinto, cioè un 20%, raccoglie somme medie superiori a mille euro all’anno”. Ha aggiunto: “Com'è composta questa serie di artisti? Per la maggior parte, sono artisti assenti dalle classifiche top nazionali, come è ovvio. Gran parte della musica del catalogo è quella evergreen, oltre a tantissima musica classica - e non sono quella di grandi direttori come Claudio Abbado, che è stato uno dei nostri primi artisti. Anche gli artisti non così conosciuti, però, sono presenti. E soprattutto sono tantissimi artisti che beneficiano delle differenti culture e delle differenti musiche nei singoli paesi”. Ha concluso: “Prendendo come fonte l’Associazione di categorie delle collecting, di artisti nel mondo noi abbiamo circa un 20%, quindi circa 200 milioni di euro all'anno che vengono scambiati tra tutte queste collecting nel mondo - esclusi sempre gli USA. La raccolta media italiana su questo scambio di 200 milioni nel mondo, si aggira intorno al 2-3%. Vuol dire che l'incidenza della musica italiana nel mondo è solo del 2%, o ben il 2%? Per dirlo, ci mancano dati di confronto. La domanda - retorica - è: possiamo davvero crescere? Sulla base della mia esperienza, la risposta è sì, e direi almeno del doppio. Ritengo, anche se non posso dimostrarlo qui in modo oggettivo, che l’incidenza della musica italiana nel mondo possa realisticamente raggiungere il 4-5%, percentuale che oggi non viene pienamente intercettata e raccolta. Sono convinto che, nell’arco di 3-5 anni, si possa e si debba arrivare a quel traguardo. Come arrivarci? Attraverso informazioni solide, strumenti adeguati, banche dati efficienti. Va detto che, da questo punto di vista, il fronte degli artisti si è organizzato meglio rispetto a quello discografico. Esiste infatti, almeno come riferimento affidabile, una sorta di anagrafe mondiale degli artisti e degli operatori musicali. È gestita da una grande associazione, l’IPT, che attribuisce a ciascun artista un codice identificativo certificato per la gestione delle attività artistiche. Serve proprio a evitare che un artista che ha suonato in un Paese o in un altro “sparisca” dai registri e non possa essere correttamente riconosciuto. Grazie a un lavoro di ottimizzazione dell’interoperabilità tra i diversi sistemi informatici, non è realistico immaginare un unico ‘supersistema’ mondiale. È molto più sensato procedere attraverso un network di flussi informativi - come già avviene sia sul fronte commerciale sia su quello tecnico. E qui si apre uno spazio importante anche per l’intelligenza artificiale: utilizzata come strumento di lavoro, può rappresentare una delle prospettive più concrete per accelerare questo processo e renderlo più efficiente e trasparente”.

Federico Montesanto, CEO di Pirames, ha ora sottolineato&nbsp;nuovamente che "nel digitale oggi vige principalmente un sistema di ripartizione pro-rata share. Sarebbe auspicabile passare a un modello user-centric, ma al momento la ripartizione complessiva degli introiti dello streaming -&nbsp;cioè gli incassi delle piattaforme -&nbsp;avviene secondo due grandi categorie: gli utenti che pagano l’abbonamento per ascoltare musica e quelli che ascoltano gratuitamente accettando la pubblicità. Il sistema pro-rata significa che i ricavi vengono distribuiti in proporzione alle percentuali totali di ascolto, indipendentemente da ciò che ogni singolo utente ascolta. È un meccanismo che, ai tempi&nbsp;della sola monetizzazione su&nbsp;YouTube&nbsp;poteva anche sembrare equo; oggi però, con lo streaming così diffuso, è un metodo che mi fa sorgere degli interrogativi". Ha continuato: "Un sistema user-centric funzionerebbe così: io pago 11,99 euro di abbonamento e i miei soldi vengono distribuiti agli artisti che ho realmente ascoltato - al netto di ciò che trattiene la piattaforma. In sostanza, pago per la musica che ho realmente ascoltato. Se ho ascoltato tre canzoni di Mina, allora la quota va a lei. È semplice, trasparente, logico. Soprattutto: fa sopravvivere i piccoli. Dal mio punto di vista, come operatore italiano con attività in diversi Paesi, vedo molte criticità pratiche. Nell'ambito della distribuzione digitale, anche le multinazionali che operano in Italia - bravissime nell'operare sul territorio - hanno però una gestione operativa dei flussi digitali (contratti, delivery, rendicontazione) che viene di fatto gestita all'estero. Questo avviene per la quasi totalità della musica italiana: e questo, per me da italiano, è un tema da portare all'attenzione. Nonostante lo scenario, resto positivo in merito alla crescita dei repertori nazionali a livello globale". Ha aggiunto: "Venendo al tema dell’intelligenza artificiale generativa. La normativa che si sta sviluppando prevede che il titolare del copyright debba dichiarare di non voler essere utilizzato dalle IA - il cosidetto 'opt-out', concetto che io reputo surreale. Ma come si fa, in pratica? Dovremmo scrivere a tutti gli sviluppatori di modelli del mondo per esprimere la nostra posizione? E' surreale che un avente diretto debba premurarsi di segnalare la propria contrarietà alla violazione del copyright sulle proprie opere. Dovrebbe essere chi vuole utilizzarle per il training a doversi preoccupare di richiedere le licenze del caso.&nbsp;Sempre sul&nbsp;training. Ammettendo di aver individuato opere protette da copryright nei registri di apprendimento, come rimediare? Sono convinto che togliere le opere oggetto di opt-out&nbsp;solo dal registro di un modello di AI generativa sia inutile, perché il modello - 'addestrandosi' su determinate opere anche per il lasso di tempo limitato - riesce a incorporarle nel proprio bagaglio creativo, a prescindere dalla presenza o meno nel registrato. Per ovviare a questo problema, quindi, l'intero processo di traning dei modelli&nbsp;di Gen AI dovrebbe essere totalmente eliminato, e ricostotuiti ad zero senza utilizzare opere in violazione di copyright.&nbsp;È per questo che serve un registro pubblico delle opere utilizzate dall’IA per l’addestramento, aggiornabile in realtime,&nbsp;gestito da organismi&nbsp;indipendente terzi sul modello delle trusted chain, senza conflitti di interesse. Solo così potremo sapere che cosa&nbsp;ha imparato un modello, e in che modo tutelare i diritti". "E' importante che le istituzioni e chi norma abbiano veramente un confronto tecnico su questi temi".

A conclusione del panel,&nbsp;l’On. Federico Mollicone ha fatto sapere: "Sono tutti temi fondamentali.&nbsp;Per esempio, parliamo dei contenuti presenti sulle piattaforme: non solo quelli del sistema radiotelevisivo, ma anche dei social, delle piattaforme digitali e quindi anche della musica e dello sport. Capite bene che un’indagine su tutti questi temi richiederebbe probabilmente cinque legislature,&nbsp;eppure è necessaria. La ricerca su cui ci siamo concentrati fin dall’inizio riguarda proprio la cultura, e quindi la transizione digitale nell’ambito culturale, audiovisivo e musicale. Abbiamo già avviato diversi interventi in relazione alle urgenze che ci venivano segnalate. Come abbiamo fatto nel caso tra Meta e SIAE, che hanno raggiunto un accordo dopo l'intervento del Parlamento.&nbsp;Stiamo procedendo allo stesso modo anche con altre piattaforme. A breve svolgeremo&nbsp;l’audizione di Spotify e successivamente quella di Apple". E ancora: "L’intelligenza artificiale non è il tema di domani: è il tema di ieri. Siamo nel pieno di una rivoluzione digitale. Questo non significa demonizzare la tecnologia, né accoglierla acriticamente: significa affrontarla con spirito critico e con una solida formazione umanistica. La tecnologia non è né buona né cattiva: è uno strumento. Ciò che conta è l’uso che se ne fa.&nbsp;Il Parlamento, in questo scenario, fa da arbitro: un arbitro schierato dalla parte dell’essere umano. Sul piano delle norme garantisce equilibrio; sul piano della tutela difende ciò che per noi è prioritario: la creatività umana, la human intelligence".

MMW25, report: panel “La musica italiana nello scenario globale”

L’incontro ha offerto un quadro sul ruolo della musica italiana nel contesto internazionale


Ecco, come comunicato dagli stessi organizzatori, il programma degli eventi in calendario per la quarta giornata della nona&nbsp;edizione della Milano Music Week:

Palazzina Appiani ospiterà alle ore 10.30 la Masterclass in programmazione musicale per la radio, organizzata da Radio Speaker, un’occasione per scoprire i segreti del mestiere e comprendere come nasce una programmazione radiofonica di successo. Alle ore 12.00 sarà la volta de “La Trilogia di Marracash”, un talk con Marz e Zef, presentato da SIAE e Rockol, che approfondirà il percorso artistico e concettuale di uno dei progetti più significativi del rap italiano contemporaneo. Nel pomeriggio alle 14.30, si parlerà di sostenibilità con “Green Stage. Strategie per la transizione sostenibile della musica dal vivo”, un incontro promosso da AssoConcerti in collaborazione con Music Innovation Hub e IULM per discutere le sfide e le opportunità di un settore sempre più attento all’ambiente. A seguire, alle 15.30, Cosmic Agency presenterà “Soundvertising: breve storia di come il brand ha trovato la sua nota perfetta, da Carosello al carousel TikTok”, un viaggio attraverso l’evoluzione del rapporto tra musica e pubblicità. Alle 16.30 sarà protagonista YouTube Music con l’incontro “La rinascita del videoclip con YouTube”, un approfondimento su come la piattaforma abbia ridato nuova linfa vitale al linguaggio visivo della musica. La giornata proseguirà alle ore 17.30 con: “Allevi back to life. L’impatto di una straordinaria rinascita”, con Giovanni Allevi e Raffaele Morelli, presentato da Rockol, per raccontare la forza della musica come strumento di rinascita personale e artistica. Infine, alle ore 18.50, Amazon Music presenterà “Hip Hop: un decennio che ha ispirato la nuova generazione musicale italiana”. 

Un appuntamento speciale è previsto alle ore 15.30 al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2), dove Cesare Cremonini presenterà in anteprima il suo nuovo album, “Cremonini Live25”, l’album live in uscita venerdì 21 novembre sulle piattaforme digitali e in formato fisico, testimonianza e racconto del tour che ha entusiasmato gli stadi di tutt’Italia quest’estate e ritratto di un artista al massimo della sua forza creativa e della sua capacità di unire diverse generazioni di pubblico.

Il Dazio di Levante vedrà un pomeriggio ricco di appuntamenti e confronti. Il primo panel sarà alle ore 14.30 con “Musica ribelle: la nuova voce dei cantautori italiani”, presentato da PMI, un confronto dedicato ai nuovi interpreti e autori che stanno ridefinendo i confini della canzone d’autore. A seguire, alle ore 15.30, EVOLUTION propone “Copia Privata e Diritti Connessi 2025: cambia tutto per le etichette indipendenti”, un approfondimento sui cambiamenti normativi che ridefiniranno il panorama dei diritti musicali. Alle ore 16.30 sarà la volta di FIMI con “La scienza della Top of The Music: come funzionano classifiche e certificazioni FIMI/NIQ”, un’occasione per scoprire i meccanismi dietro le classifiche ufficiali e comprendere come vengono assegnati i riconoscimenti discografici in Italia. Nel tardo pomeriggio, alle ore 17.30, Assomusica presenta “Spettacolo dal vivo nei luoghi storici: sinergie per valorizzare arte e cultura”, un dialogo sulle opportunità offerte dalla collaborazione tra musica e patrimonio artistico. A chiudere la giornata, alle ore 18.30, Rolling Stone Italia celebra i suoi “45 giri” con un incontro dedicato agli anni 2000, insieme a Mondo Marcio, Dente e Pedro dei Finley, moderato da Massimo Coppola. La serata proseguirà alle ore 21.30 con il Rolling Stone Italia Launch Party, che vedrà come special guest DJ Ralf.

Alla Casa degli Artisti, alle ore 18.30, spazio invece a “Superclassica: perché non è musica antica, ma eterna”, un incontro con Enrico Gabrielli, i Classical Hooligans e Francesca Moncada, presentato da Rockit, per riflettere su come la musica classica possa continuare a parlare al presente.

La giornata prosegue alle ore 18.00 con Diggin’ with con Egreen da Dissonanze e alle 19.30 con The Stereo Line al MOGO Listening Bar con Linus, esperienze di ascolto e scoperta dedicate ai veri appassionati di musica.

Infine, alle ore 18.30, presso 21 House of Stories Navigli, si terrà “Lavori in corso: l’evoluzione LGBTQ+ nell’industria discografica italiana”, un confronto con BigMama &amp; Protopapa, Dino Stewart e Matteo B. Bianchi, presentato da FIMI, per discutere di inclusione e rappresentanza nel panorama musicale contemporaneo e a seguire il secondo episodio del podcast di Nitro “Incubi lucidi: backstage del disco”.

Proseguono i tanti appuntamenti organizzati in tutta la città. 

Alle 12.00, nell’area check-in dell’Aeroporto di Milano Malpensa, Eugenio Finardi sarà protagonista di uno showcase speciale, durante il quale presenterà dal vivo alcuni brani tratti dal suo ultimo album “Tutto”, insieme a successi del suo repertorio. Dalle 17.00, Totally Imported aprirà le porte del proprio studio per un evento esclusivo che unisce musica e networking. Sul palco, Flaminia con voce e chitarra. Alle 18.30, al California Bakery Garden &amp; Lounge, si terrà il panel “Come sta il giornalismo musicale?”, promosso dal quotidiano La Ragione, un’occasione per riflettere sullo stato dell’informazione musicale in Italia e sulle nuove sfide del settore. A partire dalle 19.00, l’Ostello Bello Duomo ospiterà l’incontro-concerto di FASE, mentre alle 22.00 si esibirà Sofia Sole. Alle 19.00 una barca salperà dalla Darsena per una suggestiva navigazione lungo il Naviglio Grande: a bordo, i Blonde Brothers offriranno un’esperienza acustica intima e contemporanea, tra chitarra e loop elettronici. Alle 19.30, in Santeria Paladini, spazio alla proiezione “Io tu noi tutti – 20 anni di Magnolia (e di Milano)”, dedicata al ventennale del Circolo Magnolia. Mentre Santeria Toscana ospiterà The Sound Of EMI, l’etichetta discografica presenterà, in collaborazione con Siamounmagazine, in un unico showcase i nuovi artisti urban. Alle 20.30 l’Hard Rock Cafè ospiterà l’AltaVibe Showcase. Msaki, Delicatoni, Le Feste Antonacci saranno al Base Milano, nell’ambito di Linecheck.&nbsp;La musica continuerà per tutta la serata: John Butler si esibirà all’Alcatraz, Circuit des Yeux all’Arci Bellezza, mentre Dardust porterà il suo spettacolo al Teatro San Babila. Per chiudere la giornata, il Nodo Bar ospiterà il release party di MISCELA.

Il programma di domani di Linecheck Music Meeting &amp; Festival, punto di riferimento della music industry italiana ed europea, prosegue con gli incontri dedicati al futuro della musica per immagini, alla relazione tra creatività e innovazione tech e alle pratiche di attivismo culturale, con momenti chiave come la performance immersiva dell’artista Coco Francavilla, che porta a BASE il suo lavoro sul suono degli oceani. La serata musicale porta sul palco nomi internazionali, come l'artista sudafricana Msaki, e alcune delle voci più originali della nuova scena indipendente italiana, Le Feste Antonacci, Delicatoni feat. Coca Puma, Evita Polidoro, Bono / Burattini, etc.

MMW25, il programma di giovedì 20 novembre

Gli appuntamenti della quarta giornata della manifestazione

Si è tenuto al Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Musica e futuro: come costruire una carriera che resista al tempo e alle mode”. Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro ha affrontato il tema di come intraprendere una carriera musicale in un contesto in continua evoluzione, dove la musica è sempre più accessibile, ma anche più complessa da sostenere come professione. Moderato dalla giornalista e ufficio stampa di NUOVOIMAIE Cristiana Tomei, ha avuto come ospiti Dodi Battaglia, musicista - solista e con i Pooh - e portavoce della collecting, il giovane artista Ciofi, l’autore Daniele Chiarolanza, il produttore, discografico ed editore Max Moroldo e il direttore generale di NUOVOIMAIE Maila Sansaini. 
 
“Io ho iniziato a fare musica da piccolo, suonando la fisarmonica – racconta Dodi Battaglia – ma non ho mai pensato al successo, neppure quando con i Pooh abbiamo iniziato a ottenere i primi risultati. Chi fa e ama la musica, è già una persona che ha raggiunto un successo. Il futuro della musica per me passa ancora dalla curiosità, dall’esplorazione, dalla voglia di connettersi con gli altri”. “Per me un elemento centrale è l’amicizia, è quella che lega i Pooh, è quella che lega tanti artisti e produttori. Fare la musica insieme, farla senza pensare al successo come elemento centrale, permette di farla oltre le mode”, prosegue Ciofi. 
 
“Un elemento che permette di rimanere nel tempo è la continuità produttiva – sottolinea Max Moroldo – e poi ovviamente c’è l’originalità. Senza quella non si arriva da nessuna parte. In ultimo: non bisogna seguire le mode, che è molto difficile, ciò ha a che fare con la verità. Il pubblico capisce se stai seguendo le onde o stai cercando di crearne una”. “Un artista davvero libero deve conoscere i suoi doveri e i suoi diritti – ricorda Maila Sansaini – deve affidarsi a un team serio, deve essere remunerato per la musica che ha prodotto, e questo campo deve essere materia di interesse, non può essere sottovalutato. Questo è un lavoro, ma anche un mestiere che deve essere riconosciuto su più piani: NUOVOIMAIE lavora e opera per questo”.

MMW25: report del panel “Musica e futuro”

Presentato da NUOVOIMAIE, l’incontro ha affrontato il tema di come intraprendere una carriera. 

Si è tenuto oggi negli spazi del Dazio di Levante il panel "Production music: diritti, opportunità e regole della sincronizzazione" promosso da NuovoIMAIE.&nbsp;La sincronizzazione musicale è uno degli ambiti più dinamici e in crescita dell’industria musicale.&nbsp;Cinema, serie e social media richiedono ogni giorno nuove musiche, composizioni originali o brani già editi, ma l'avvento dell'AI rischia di complicare lo scenario: di questo e di molto altro si parla nel talk moderato da Davide Poliani (Rockol), in cui intervengono Mariangela Liuzzi (Avvocato, titolare e fondatrice studio Liuzzi Media Law), Charlie Marchino (Banijay, Head of Music),&nbsp;Andrea Miccichè (presidente NuovoIMAIE) e&nbsp;Mike Sponza (M-CUBE Music &amp; Licensing Director).

Mike Sponza si&nbsp;occupa&nbsp;di un ramo molto specifico della production music, ovvero la musica nei punti vendita: "Si tratta delle cosiddette instore radio. L'esigenza principale dei brand è quella di risparmiare sulle licenze di pubblica diffusione del negozio: proprio per questo motivo, sono proliferate aziende che offrono cataloghi alternativi" spiega. Lo sfruttamento dei diritti connessi, però, è sempre un'area grigia. "Proprio per questo mi sono deciso a creare dei cataloghi creati con l'AI generativa. Pur difendendo le posizioni della musica creata da esseri umani, c'è sempre un problema di costi: ci sono aziende che per tagliare i costi si trovano a dover decidere se rinnovare le licenze di pubblica diffusione o licenziare alcuni dipendenti" osserva.&nbsp;Charlie Marchino racconta invece come la production music è utilizzata all'interno dell'ambito televisivo: "Funziona molto soprattutto all'interno dei programmi di intrattenimento, dove la musica non è in primo piano ed è un tappeto funzionale alla scena" spiega.&nbsp;

Andrea Miccichè&nbsp;fa notare che spesso, dal punto di vista dei diritti connessi, il rischio è che sia considerata musica di serie B:&nbsp;"Da tempo, quando&nbsp;si tratta&nbsp;di musica appositamente realizzata per i programmi di intrattenimento, sorge il dubbio (a mio parere erroneo) se i diritti connessi siano dovuti o meno per l'utilizzazione. Confidiamo però che, come ha insegnato il caso di Peppe Vessicchio, la nostra interpretazione prevarrà". Per Mariangela Liuzzi, il problema potrebbe essere più strutturale che legale:&nbsp;"Da un punto di vista normativo, non c'è differenza tra production music e musica 'normale'. Ogni brano, però, dovrebbe essere munito di una carta d'identità che lo identifichi in maniera univoca, anche in termini di aventi diritto: questi metadati, però, spesso non sono disponibili nel caso della production music" spiega. "Ho il timore che spesso la production music nasca senza questo corredo di metadati necessari poi a pagare coloro che ne detengono i diritti".&nbsp;

L'intelligenza artificiale, naturalmente, è una delle più grandi incognite del settore: la production music, per sua stessa natura, potrebbe essere tranquillamente sostituita da musica creata dall'AI generativa. Per alcuni, come Luizzi, è bene rimanere ottimisti: "L'intelligenza artificiale è uno strumento che crea delle opportunità, perché non può prescindere dall'intervento di un creativo umano. Bisogna però normare il campo in maniera non miope, per evitare che diventi un boomerang". Micciché concorda, ma obbietta che "dovrebbe essere ideato un nuovo diritto di utilizzazione economica, quello relativo al training dell'AI che dovrebbe essere concesso tramite previa autorizzazione e non postuma contestazione" dice. "Bisognerebbe sensibilizzare le istituzioni europee su questo tipo di problematica". Marchino non nasconde che Banjay ha provato a utilizzare l'intelligenza artificiale nella production music, "ma ne usciva una serie di brani tutti più o meno uguali. E' una rivoluzione simile a quella dell'avvento dei campionatori: finché non impareremo a usare l'AI in maniera creativa, non creeremo niente di nuovo". Per Sponza "la scrittura del prompt è un'attività che richiede una preparazione musicale estremamente forte: nella mia azienda a farlo sono dei musicisti" spiega. "Nonostante io oggi sia fautore di un catalogo di AI music sono iscritto a NuovoIMAIE come artista, e credo fermamente nella musica organica. Credo però che ci sia un vuoto normativo e che sia necessario colmarlo per renderla un'attività etica, umana e sostenibile".

Mariangela Liuzzi spiega che già allo stato attuale delle cose la nostra legge potrebbe in teoria già tutelare anche questo tipo di nuova musica dall'AI generativa, "se un prompt dovesse rispecchiare caratteristiche di originalità, novità e creatività.&nbsp;Naturalmente, però, questa è una teoria: nella pratica è tutto da vedere". Andrea Micciché, però, dissente: "E' come far cucinare una torta a un robot da cucina. Anche se ho deciso io gli ingredienti, posso definirmi il pasticciere?" si chiede in una metafora. "La nostra legge protegge le proprietà intellettuali che sono frutto del lavoro umano, e c'è un oggettivo vuoto legislativo che deve essere colmato".

Infine, una puntualizzazione sulla cosiddetta musica royalty-free: "Anche gli artisti apolidi, ovvero quelli che non hanno conferito mandato a nessuna collecting, percepiscono i loro diritti: all'interno della ripartizione globale i loro compensi verranno comunque conferiti alle collecting, che poi dovrebbero girarli a loro" fa notare Miccichè. Attenzione, quindi "a tutti quei servizi che propongono pacchetti con formule totalmente a-tecniche, come 'musica libera da&nbsp;diritti' o 'musica copyright free'. Se la composizione è originale, è sempre tutelata" ribadisce Liuzzi. Molto difficile anche retribuire equamente gli aventi diritto in mancanza di dati: "Non c'è una banca dati unica, per recuperare i codici ISRC o SWC dei brani che utilizzo quotidianamente c'è da impazzire" dice Sponza. "Ci sarebbe davvero bisogno di un database univoco e aggiornato per tutte le opere".

MMW25, report panel "Production music"

Diritti, opportunità e regole della sincronizzazione in un talk presentato da NuovoIMAIE

Si terrà domani, giovedì 20 novembre, alle ore 17,30, presso la Palazzina Appiani, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Allevi back to life. L’impatto di una straordinaria rinascita”.

L’evento Rockol powered by Deloitte prevede l’intervento del compositore Giovanni Allevi a pochi giorni dall’uscita del docufilm “Allevi Back To Life” e del Concerto MM22 per violoncello e orchestra. L’incontro - spiegano gli organizzatori - è stato concepito “per indagare come la fragilità possa generare nuova forma, e come la rinascita trovi nel linguaggio sinfonico la propria voce più autentica”.

Al panel - moderato dal giornalista di Rockol Mattia Marzi - sarà presente anche lo psichiatra, psicoterapeuta e saggista Raffaele Morelli.

L’ingresso all’evento è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/rywdv5-allevi-back-to-life-una-straordinaria-rinascita-20th-nov-palazzina-appiani-donore-milano-tickets?dice_id=7568680&amp;dice_channel=web&amp;dice_tags=organic&amp;dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;_branch_match_id=1113046894558308770&amp;utm_source=web&amp;utm_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;utm_medium=mio_marketing&amp;_branch_referrer=H4sIAAAAAAAAA8soKSkottLXz8nMy9ZLyUxO1UvL1Q9MMTVPNUtMtjQzS7KvK0pNSy0qysxLj08qyi8vTi2ydc4oys9NBQARkS%2B6OwAAAA%3D%3D">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘Allevi back to life’

Giovedì 20 novembre, alle ore 17,30, presso la Palazzina Appiani

L’azienda sviluppatrice di uno dei più popolari modelli di intelligenza artificiale generativa musicale sul mercato, Suno, ha annunciato la chiusura di un nuovo round di finanziamento da 250 milioni di dollari al quale hanno preso parte NVentures (la divisione di venture capital di NVIDIA), Hallwood Media, Lightspeed e Matrix.

"In soli due anni, abbiamo visto milioni di persone trasformare le proprie idee in realtà grazie a Suno, dai creatori alle prime armi ai migliori cantautori e produttori che hanno integrato lo strumento nei loro flussi di lavoro quotidiani”, ha dichiarato il co-fondatore e CEO di Suno Mikey Shulman: “Questo finanziamento ci consente di continuare a espandere le possibilità, consentendo a più artisti di sperimentare, collaborare e sviluppare la propria creatività. Siamo orgogliosi di essere in prima linea in questo momento storico per la musica".

L’ultimo round di finanziamento ha fatto salire la valutazione di Suno a 2,45 miliardi di dollari: secondo una stima effettuata dal Wall Street Journal, l’azienda avrebbe raggiunto un fatturato annuo pari a 200 milioni di dollari.

Suno, nuovo finanziamento da 250 milioni di dollari

La valutazione della società sale a 2,45 miliardi di dollari

Eleonora Rubini, <a href="https://musicbiz.rockol.it/news-755013/wmg-italy-rivoluzione-frontline-con-warner-records-e-atlantic">nominata lo scorso 30 ottobre Label Director di Warner Music Italy</a>, è stata inserita da Forbes Italia nella lista dei 100 volti del marketing&nbsp; e della comunicazione 2025, elenco di “professionisti che stanno indirizzando il futuro delle aziende”. “Sono loro a veicolare i messaggi, a cercare linguaggi innovativi e a dover intercettare le nuove generazioni”, spiega Forbes Italia riguardo la selezione: “Un compito sempre più complesso e delicato nell’era dell’intelligenza artificiale”.

Titolare di un diploma di liceo scientifico, Rubini ha debuttato professionalmente nel 2010 nello staff di Event Sound Promotion, occupandosi di scouting e promozione: nel 2012 ha oreso parte alla fondazione dell’agenzia digitale imSocial insieme all’attuale ceo e cofondatore Ivan Butera, seguendo per la società la comunicazione di artisti come - tra gli altri - Zucchero. Il suo ingresso nella discografia risale al 2018, quando entra nell’organico di Sony Music Italia come Product Manager, curando la promozione degli album “Playlist” (2018) e “Flop” (2021) di Salmo, e “23 6451” (2019) e “c@ra++ere s?ec!@le” (2022) di thasup, oltre a collaborare a lanci di lavori come “Fuori dall’hype” e “Fake News” dei Pinguini Tattici Nucleari e a elaborare strategie per artisti emergenti in contesti come quello di X Factor Italy dal 2019 al 2022. Nominata nel 2021 Head Of Marketing per Columbia Records, nel 2022 Rubini è stata promossa a Head Of Marketing and Promotion sempre presso Columbia Records, per poi venire nominata Label Director di Warner Music Italy alla fine dello scorso mese di ottobre.

WMG Italy, Eleonora Rubini ‘premiata’ da Forbes Italia

La Label Director di Warner Music Italy nei ‘100 volti del marketing  e della comunicazione 2025’

Qual è il rapporto degli italiani con la musica? Quali sono le abitudini di ascolto e le modalità di fruizione? E in tale quadro, come è cambiata nel tempo la presenza della musica all’interno dei pubblici esercizi? Quali sono le idee, le preferenze, le aspettative dei cittadini rispetto agli intrattenimenti musicali nei locali? Sono i temi al centro dell’evento “Gli italiani, la musica e i pubblici esercizi”, che ha esplorato come sta cambiando il rapporto tra i cittadini e la musica al tempo del digitale. In tale ambito è stato poi approfondito il ruolo della musica, da quella di sottofondo agli intrattenimenti con musica live o registrata, nei pubblici esercizi, grazie a un’analisi curata dell’Ufficio Studi di FIPE-Confcommercio basata sia sulla banca dati Siae che su un campione rappresentativo della popolazione italiana. L’evento è stato l’occasione per fornire spunti e indicazioni utili a imprese, operatori del settore e policy maker interessati a comprendere meglio il valore della musica e le modalità di fruizione sia individuali che collettive. 

Hanno partecipato: Giulia Erba – specialista ricerche e indagini Ufficio Studi Fipe-Confcommercio; Tommaso Sacchi – assessore alla Cultura del Comune di Milano; Matteo Fedeli – direttore generale SIAE; Andrea Pontiroli - cofounder e amministratore delegato Santeria; Lino Enrico Stoppani – presidente Fipe-Confcommercio. Ha moderato Luciano Sbraga, vicedirettore generale FIPE-Confcommercio. “Dai dati emerge il valore della musica anche nei luoghi più piccoli, i ‘concertini’, che sono a tutti gli effetti concerti, sono importantissimi per un’attività come un localino o un ristorante – spiega Matteo Fedeli – inoltre la musica di qualità, di ambiente, valorizza proprio il luogo in cui questa si sviluppa. Non è solo musica di sottofondo, ma fa parte dell’esperienza che offre un’attività. I dati ci dicono che la musica ha un ruolo centrale. Noi come SIAE, insieme a Fipe, cerchiamo di raccontare il valore di questa musica, che non è una ‘tassa’ per il locale: pagare il diritto d’autore è punto focale. Insieme stiamo lavorando sul far passare il messaggio positivo che pagare la musica che si trasmette, vuol dire pagare quella musica di qualità che la gente apprezza e ricerca”. 
 
“Santeria è nata dal recupero di un’area abbandonata – dice Andrea Pontiroli – il recupero delle zone degradate è un tema perché vuol dire investire sulle città, sul futuro di queste. Si parla tanto di concertoni. Ma quanti locali hanno aperto in questi anni a Milano? Quanti ne hanno chiuso? La ricchezza che questi locali generano è evidente e si capisce da vari dati, anche usciti nella ricerca. Questi locali fanno crescere gli artisti e il pubblico. Le tasse e i costi? Potrei non parlarne perché noi siamo strutturati, ma è un altro argomento da cui non si può scappare, e su cui bisogna intervenire, perché tutto ciò riguarda il domani di Milano e del Paese”. Tutti punti raccolti da SIAE e dall'assessorato alla Cultura del Comune di Milano.&nbsp;

MMW25: report de “Il valore della musica e i pubblici esercizi”

Il panel ha esplorato come sta cambiando il rapporto tra i cittadini e le canzoni. 

Si è svolto oggi pomeriggio al Dazio di Levante il panel "Pagamenti digitali ed eventi:&nbsp;L’innovazione che ridefinisce l'esperienza di acquisto", per raccontare&nbsp;come l’evoluzione dei pagamenti digitali stia ridefinendo le abitudini dei consumatori e creando nuove opportunità per aziende e utenti. Partecipano Giorgio Aretino (Online Marketing &amp; Ecommerce Director per&nbsp;TicketOne),&nbsp;Luca Martinazzoli (CEO di Arena Milano), Massimiliano Gallo&nbsp;(Senior Vice President Acceptance per Bancomat),&nbsp;Andrea Calisti (Vice President Business Development per&nbsp;Mastercard),&nbsp;Gessica David (Head of Partner Success &amp; Competence Lead per Klarna). "Le possibilità di pagamento, anche sul mercato italiano, sono sempre più numerose e variegate e ci interessava fare una panoramica per esplorarle tutte" spiega Aretino, che modera il panel.

Andrea Calisti racconta la prospettiva di Mastercard: "Ticketone è nella top 10 degli esercenti online su cui i nostri clienti spendono, perciò è importante per noi&nbsp;offrire un'esperienza di pagamento che sia quanto più semplice e sicura possibile" dice. "In generale il 15% dei pagamenti online non va a buon fine: un numero enorme, che genera frustrazione negli utenti". Da qui nasce il sistema Click To Pay, "uno standard sviluppato in maniera consorziale che ottimizza l'esperienza di acquisto. Da una parte permette al cliente di accedere in maniera automatica ai propri strumenti di pagamento, senza inserire dati ulteriori; dall'altra permette che le informazioni sensibili di una carta non siano mai esposte, rendendo la transazione molto più sicura e semplice". Ticketone è stato tra i primi ad adottare questa nuova tecnologia, che oggi conta due milioni e mezzo di clienti attivi. Il futuro va verso l'utilizzo degli assistenti AI anche nell'ambito dei pagamenti, "per coprire l'ultimo miglio tra il cliente e l'acquisto".

Per Klarna, secondo Gessica David, l'estensione del buy-now-pay-later è applicabile anche ai concerti. "Siamo quotati in borsa da poche settimane e ogni giorno processiamo 2,9 milioni di transazioni, un numero che raddoppia in periodi cruciali dell'anno come il black friday" racconta. "Dal pubblico italiano siamo conosciuti soprattutto per il pagamento in tre rate senza interessi, ma ci sono molte altre funzionalità disponibili sul mercato italiano, come il pagamento a trenta giorni, che permette di acquistare immediatamente il biglietto di un concerto e pagarlo il mese dopo, o il financing, che permette di pagare in 6/12 rate". Quest'ultima innovazione poteva essere un'incognita sul mercato italiano, dove la presenza delle finanziarie è molto forte, "ma siamo rimasti molto soddisfatti, perché il flusso di informazioni per l'utente resta lo stesso, c'è grande chiarezza e trasparenza, e non è richiesta la mole di burocrazia di solito necessaria&nbsp;nel mondo del finanziamento".&nbsp;

Massimiliano Gallo spiega come si è rinnovato uno strumento "tradizionale" come il Bancomat: "La maggior parte delle transazioni italiane oggi avvengono su carte di debito, come Bancomat: oltre il 90% delle transazioni ormai sono contactless" dice. "Un circuito che si è innovato tantissimo, accogliendo il digitale: con un rebranding, un nuovo sistema proprietario di processing, l'evoluzione dell'app OneBancomat&nbsp;e una&nbsp;digitalizzazione di tutte le carte a partire dal 2025". Nasce anche Bancomat Club, un nuovo programma&nbsp;di loyalty che ha visto diverse partnership con quelle che sono le grandi passioni degli italiani: "il calcio, con la Serie A, e la musica, con una sinergia con Ticketone e Vivo Concerti".&nbsp;

Luca Martinazzoli, infine, racconta una delle principali evoluzioni strutturali di Ticketone, ovvero la nascita della nuova Arena Milano nel quartiere Santa Giulia. "CTS Eventim ha deciso di investire in Italia su un progetto di venue molto innovativa. Esistono già tante infrastrutture, ma sono principalmente dedicate allo sport: questa è la prima venue italiana immaginata per la musica e i grandi eventi". Dopo l'inaugurazione con le olimpiadi invernali, dall'1 maggio ospiterà concerti ed eventi da 16.000 persone, diventando la più grande struttura per la musica dal vivo. "Sarà la prima destinazione cashless in Italia;&nbsp;la tecnologia tap-in, ovvero quella che permette di eliminare del tutto la cassa, sarà ampiamente utilizzata. Un intero piano sarà dedicato a&nbsp;servizi di hospitality di alto livello" racconta. L'arena non avrà fornitori esterni, ma sarà gestita interamente da CTS Eventim: "L'ambizione è quella di portare un servizio nuovo e di alta qualità, unico nel suo genere e competitivo con le altre grandi capitali internazionali" chiosa.&nbsp;

MMW25, report: il panel 'Pagamenti digitali ed eventi'

L’innovazione che ridefinisce l'esperienza di acquisto nelle parole di Ticketone

Si terrà, domani, giovedì 20 novembre, alle ore 15,30, presso il Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da PMI - “Copia Privata e Diritti Connessi 2025: cambia tutto per le etichette indipendenti”.

“L’industria musicale italiana sta entrando in una fase di ridefinizione profonda dei propri meccanismi di remunerazione”, spiegano gli organizzatori nella nota di presentazione: “L’ultimo decreto sui diritti connessi introduce nuovi criteri di ripartizione e apre interrogativi sul futuro dei compensi da copia privata.&nbsp;Il panel analizza l’impatto delle recenti riforme sul mercato, con un focus su produttori, artisti e collecting societies, tra sfide operative e nuove opportunità per la filiera indipendente”.

Al panel - moderato da Davide Poliani di Rockol - prenderanno parte Luca Barone (Vicepresidente Evolution Collecting), Max Moroldo (CEO, Head of A&amp;R, International affairs di Do It Yourself) e Roberto Riva (Co-founder Triggger). 
 
L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/mx5d7w-copia-privata-diritti-connessi-e-le-indipendenti-20th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7568644&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘Copia privata e diritti connessi 2025’

Giovedì 20 novembre, alle ore 15,30, al Dazio di Levante

La Commissione Europea che sta vagliando la proposta di acquisizione avanzata da Virgin Music Group - la divisione dedicati ai servizi per artisti ed etichette di Universal Music Group - nei confronti di Downtown Music sarebbe prossima a emettere un “avviso formale” all’indirizzo della multinazionale americana guidata da Lucian Grainge: a riferirlo è Bloomberg.

Secondo quanto fatto trapelare da “fonti vicine alla vicenda”, l’antitrust europea avrebbe “preoccupazioni normative in merito all'accordo”, che potrebbero non portare a un veto da parte dell’autorità a patto che vengano affrontate dall’azienda “le questioni relative alla concorrenza”.

Mentre UMG continua di dichiararsi fiduciosa in una via libera da parte della Commissione, Impala - per mezzo di una nota ufficiale diffusa oggi, mercoledì 19 novembre, ha fatto sapere di aver “accolto con favore” l’indiscrezione e di voler continuare a “collaborare con la Commissione Europea in merito alle preoccupazioni dei nostri membri”.

UMG - Downtown, la UE pronta a un 'avviso formale'?

L’indiscrezione riferita da Bloomberg

Si terrà domani,&nbsp;giovedì 20 novembre, alle ore 14,30, presso il Dazio di Levante, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel - presentato da PMI - “Musica ribelle: la nuova voce dei cantautori italiani”.

“Nel 2025, la canzone d’autore torna ad alzare la voce”, si legge nella nota di presentazione compilata dagli organizzatori: “Tra crisi climatica, diritti sociali e disillusione politica, una nuova generazione di cantautori e cantautrici usa la musica come forma di attivismo e resilienza. Il panel esplora come il pop, il rap e il cantautorato contemporaneo stiano ridefinendo i concetti di ribellione e cambiamento nel panorama musicale italiano” per mezzo di “un dialogo aperto tra artisti, attivisti e operatori del settore su come la canzone possa ancora ‘cambiare le cose’ o, almeno, raccontarle con onestà”.

Prenderanno&nbsp;parte all’incontro&nbsp;Eugenio Cesaro (Eugenio in via di Gioia), Grabriele Compierchio&nbsp;(A&amp;R Sugar Music Publishing) e&nbsp;Michela Galluccio&nbsp;(Psicologa Neuropsicologa, Presidente di Restart). 
La moderazione sarà a cura di Gianni Sibilla di&nbsp;Rockol.

L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è possibile effettuare le registrazioni sulla piattaforma Dice a <a href="https://dice.fm/partner/tickets/event/3o3aap-musica-ribelle-la-nuova-voce-dei-cantautori-italiani-20th-nov-dazio-levante-arco-della-pace-milano-tickets?dice_campaign=Butik+S.r.l.+Impresa+Sociale&amp;dice_channel=web&amp;dice_feature=mio_marketing&amp;dice_id=7568624&amp;dice_tags=organic">questo indirizzo</a>.

MMW25, domani il panel ‘Musica ribelle’

Giovedì 20 novembre, alle ore 14,30, al Dazio di Levante

Si è svolto stamattina negli spazi della Palazzina Appiani il panel "Il valore della musica oltre il PIL: la misurazione dell'impatto della Milano Music Week", per&nbsp;presentare la prima edizione dell’Impact Report&nbsp;della Milano Music Week, che analizza e racconta gli effetti culturali, sociali, economici e ambientali generati dall’edizione 2024 della settimana della musica milanese. Il report è frutto&nbsp;di un progetto di ricerca promosso da Deloitte e Rockol MusicBiz, in collaborazione con Butik e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano:&nbsp;un passo significativo verso la misurazione di valore e della sostenibilità di uno degli eventi musicali italiani più importanti. Intervengono nella discussione&nbsp;Tommaso Sacchi (assessore alla cultura del&nbsp;Comune di Milano),&nbsp;Paola Zukar (founder di&nbsp;Big Picture Management),&nbsp;Ernesto Lanzillo (presidente del CdA di&nbsp;Deloitte &amp; Touche SpA) e&nbsp;Nur Al Habash (direttrice artistica della Milano Music Week); modera l'incontro Giampiero Di Carlo (CEO Rockol).

Ampio il confronto sulla ridefinizione del concetto di valore musicale oggi, evidenziando il ruolo sempre più centrale della musica come motore culturale e sociale. La musica, nelle parole di Giampiero Di Carlo, è "larger than life: la sua influenza e la sua capacità di arrivare a tutti e determinare un coinvolgimento sulle comunità è straordinario. E' un impatto talmente enorme che spesso viene percepito come non misurabile, ma non è così: ci siamo riusciti grazie all'aiuto di Deloitte" spiega.

Il progetto pilota di questa misurazione è proprio la Milano Music Week, "che si può estendere in termini di valori e indicatori all'impatto della musica sulla nostra città" commenta Tommaso Sacchi. "Da quando ho intrapreso questo ruolo pubblico ho sempre lavorato molto sui dati, perché la tavolozza che ha di fronte un amministratore è senz'altro data dagli eventi e dai luoghi, ma anche da ciò che viene prodotto dalla cultura. Una misurazione della musica che vada oltre il PIL è quanto mai opportuna: è necessaria una narrazione più emotiva e calda, che prende in considerazione anche le endorfine che la musica mette in circolo nella popolazione".&nbsp;Una città che investe sulla musica la rende parte del suo racconto collettivo e della sua memoria:&nbsp;pensiamo a concerti come la storica data dei Beatles al Velodromo Vigorelli, o a editori musicali e etichette storiche, come Fonit Cetra e Sugar. E ancora, lo studio di fonologia di Berio e tanti altri luoghi innovativi.&nbsp;

Paola Zukar sottolinea come sia importante creare una conoscenza condivisa su dati che difficilmente sono accessibili perfino&nbsp;a chi lavora nella musica. "Quando ho iniziato a lavorare nell'ambito della musica hip hop, che trasmette dei valori a cui io tengo tantissimo e che non sempre è stato compreso, siamo andati per così dire in freestyle: non sapevamo che impatto avrebbero avuto album come quelli di Fabri Fibra o dei Club Dogo" ricorda. "Ma ci siamo resi conto che il rap è anche da noi un vero e proprio ascensore sociale, e spero di poter aiutare mettendo a disposizione dei dati che, una volta analizzati e ordinati, potranno dare un senso comunicabile anche all'esterno&nbsp;di&nbsp;ciò che facciamo".

Per Ernesto Lanzillo, si tratta di una vera e propria sfida. "Questo Impact Report&nbsp;è una sorta di edizione zero, in cui abbiamo tirato fuori i dati relativi all'edizione 2024; una palestra che utilizzeremo per migliorare ulteriormente nel 2025" spiega. "Al di là dell'impatto economico, ma le nuove generazioni hanno anche attenzione a valori molto importanti sul piano etico. L'Unesco spiega che il valore di un evento culturale non si basa solo su benessere economico e prosperità, ma anche sulla capacità di migliorare l'ambiente e la resilienza di una città e di migliorarne inclusione e partecipazione". Il report, in effetti, si ispira&nbsp;al framework UNESCO Culture | 2030, uno strumento internazionale per la valutazione del contributo delle iniziative culturali al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Quanto ai risultati, nell'ambito ambiente e resilienza, spicca l'impegno per la sostenibilità e l'attivazione delle periferie: 128 location coinvolte sul territorio di cui quasi il 10% nelle periferie, 100% degli eventi plastic free, raccolta differenziata garantita in tutte le sedi del programma ufficiale. In termini di benessere economico e prosperità, un plauso va alla leadership&nbsp;giovane e femminile (l'89% dei professionisti ha meno di 40 anni, l'84% è donna), mentre tra le conoscenze e competenze troviamo gli impressionanti numeri relativi al programma (370 eventi, 222 artisti, 270 speaker), ma anche il focus sulle nuove generazioni (30% dei performer è under 29 e il 69% è nella fascia 30-49 anni). Nell'ambito di inclusione e partecipazione, si registra una crescita nelle presenze (+10% rispetto al 2023).

Nur Al Habash conferma che l'intenzione è di svolgere una misurazione continuativa: "Abbiamo impostato un'infrastruttura che ci permetterà di valutare il valore della MMW non tanto come semplice evento, ma come piattaforma" afferma. "Oltre a generare valore culturale in forma di concerti, dj set, contenuti e dibattiti, questa settimana riunisce nella capitale della musica italiana tutta l'industria musicale e tutti coloro che sono interessati alla musica in termini di business, tecnologia e impatto. E' un modo per fare il punto della situazione, fare un bilancio sull'anno che si appresta a chiudersi e fare delle previsioni sull'anno che verrà". Grande importanza viene data anche agli studenti, che partecipano in grande quantità: "Già l'anno scorso mi è capitato spesso di incontrare studenti che venivano da lontano e arrivavano per fare una sorta di full immersion formativa e di apprendimento, perché dove vivono loro non ci sono opportunità simili". Ed è anche un'opportunità per i professionisti di fermarsi a riflettere insieme. Anche per questo, una fotografia del sistema musica è quanto mai importante: "Spero che questo Impact Report sia solo l'inizio e che preluda a una misurazione più generale della nostra industria. In Italia siamo stati un po' allergici ai dati nel passato, ma è importante contarsi per contare, come si suol dire: il primo strumento che abbiamo per progredire come industria e farci aiutare dalle istituzioni è proprio quello di avere dei riscontri oggettivi relativi a ciò che tutti percepiamo, per raccontare in maniera più puntuale e oggettiva ciò che facciamo".