Si è tenuto oggi, venerdì 21 novembre, alla Palazzina Appiani, nell'ambito della nona edizione della Milano Music Week, il panel “Musica e territorio: creazione di valore attraverso concerti e festival”, promosso da Assomusica, che ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti universitari e protagonisti di alcuni dei principali festival italiani per discutere il ruolo della musica dal vivo come fattore di sviluppo locale, inclusione e rigenerazione urbana. L’incontro, introdotto dal Presidente di Assomusica Carlo Parodi, ha messo al centro la necessità di riconoscere concerti e festival come veri e propri presidi culturali. Ad aprire la giornata l’intervento dell’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera, che ha evidenziato come “il rapporto SIAE 2024” abbia confermato “la ripresa del settore”: “Il Dl Cultura ha semplificato le procedure e rafforzato il ruolo dei festival e della musica popolare contemporanea su tutto il territorio. Abbiamo proposto a tal proposito un’azione emendativa alla manovra da 3 milioni di euro a regime, a dimostrazione dell’attenzione verso un comparto di identità, ricerca e sviluppo che coinvolge giovani, artisti e professionisti, generando lavoro e crescita culturale”. Carlo Parodi, Presidente di Assomusica, ha aggiunto in merito: “La presentazione dell’emendamento sulla musica popolare contemporanea rappresenterebbe un passaggio storico, il primo vero sostegno pubblico all’intera filiera. I festival italiani, spesso radicati in borghi e città, sono presidi culturali ed economici e costituiscono la nostra risposta ai grandi eventi internazionali”. In questa occasione è stato presentato inoltre lo studio realizzato con l'Università La Sapienza, che ha monitorato quest’anno 1.700 spettacoli e 96 festival tra gli associati di Assomusica. I primi dati sono stati diffusi dal Prof. Francesco D’Amato, Direttore dell’Osservatorio sull’Industria e gli Eventi Musicali della Sapienza, e dalla ricercatrice Magda Touti: “La biglietteria resta la principale fonte di entrata, mentre sponsorizzazioni, contributi privati e merchandising pesano per meno del 10% dei ricavi nella maggior parte dei festival; circa la metà riceve finanziamenti pubblici e attiva mediamente 135 lavoratori locali, con tre principali modelli organizzativi, dal consolidato all’innovativo fino al lineare”. Dal confronto con le realtà dei grandi festival italiani sono arrivati contributi concreti: Roberto Piccinelli (Umbria Jazz) ha sottolineato l’importanza dei festival come opportunità per “moltiplicare l’impatto economico e far conoscere borghi e luoghi del territorio”; mentre Maurizio Vitale Cesa (Kappa FuturFestival) ha evidenziato come eventi di questo genere “contribuiscano a generare cultura, occupazione ma anche e soprattutto molta innovazione”.