A circa un anno e mezzo dall’ultimo aumento delle proprie tariffe, nel luglio del 2024, Spotify si starebbe preparando a ritoccare al rialzo i prezzi degli abbonamenti per gli utenti americani: secondo quanto riferito oggi dal Financial Times, il DSP svedese potrebbe introdurre il cambiamento nel costo delle sottoscrizioni a partire da una data imprecisata del primo trimestre del prossimo anno. Al momento, non è chiaro di quanto possano aumentare i costi per i fruitori del servizio, che - attualmente - pagano tariffe mensili comprese tra gli 11,99 dollari (per il piano individuale) e i 19,99 dollari (per il piano family). Il possibile aumento degli abbonamenti - che segue quelli messi in atto, negli ultimi mesi, in Paesi come Italia, Regno Unito, Svizzera e Australia è da considerare una mossa piuttosto prevedibile: come sottolineato dallo stesso Financial Times, diversi autorevoli analisti - tra gli altri, Morgan Stanley, JP Morgan e Guggenheim - da tempo ventilavano l’ipotesi di un ritocco al tariffario sul primo mercato a livello mondiale per l’industria della musica registrata. "Gli aumenti dei prezzi fanno parte della nostra strategia. Lo avete visto negli ultimi due anni. Naturalmente, continueremo a farlo, ma in modo ponderato", aveva spiegato - a margine della presentazione dell’ultima trimestrale della piattaforma, il co-CEO di Spotify Alex Norström: “Agiremo al momento giusto per ogni specifico mercato. Lo faremo al prezzo appropriato in base alle dinamiche di mercato”. Benché, al momento, non vi siano conferme al riguardo, non è da escludere che la revisione delle tariffe possa essere legata all’introduzione di un nuovo livello di abbonamento, il tanto atteso Super-Premium tier che lo scorso 13 novembre è stato fatto debuttare in pochi, selezionati mercati emergenti: potenziare il flusso di ricavi grazie a un aumento generalizzato spinto da un nuovo piano dedicato ai superfans rappresenterebbe, per il settore discografico statunitense, una salutare spinta alla crescita, per il momento ferma - stando ai dati comunicati dalla RIAA riguardo il primo semestre di quest’anno - allo 0,9% su base annua.