Nonostante fosse considerato scontato - lo scorso 31 ottobre, il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent aveva dato per approvato dalle autorità di Pechino l’accordo che avrebbe permesso a TikTok di “salvarsi” dal Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act - il via libera dalle autorità di Pechino per cedere l’operatività negli States del popolare social network di Bytedance non è ancora stato ufficialmente promulgato. Questo significa che, salvo la firma di un ulteriore ordine esecutivo da parte di Donald Trump che conceda una nuova proroga - la quarta, per la precisione - al processo di accordo tra le parti, il prossimo 16 ottobre - data indicata come scadenza per la finalizzazione dei negoziati - la piattaforma potrebbe venire nuovamente oscurata sul suolo americano. Dati i precedenti, l’ipotesi di un eventuale nuovo blocco al “nuovo” TikTok statunitense è dato per poco probabile: in caso di mancato accordo, la Casa Bianca parrebbe orientata a concedere gli ennesimi tempi supplementari per scongiurare il secondo oscuramento - dopo quello (lampo) del 19 gennaio scorso. Gli interrogativi degli osservatori internazionali, al momento, sono concentrati sulla strategia adottata dal governo cinese, che potrebbe utilizzare il nulla osta alla cessione del ramo statunitense di TikTok a una cordata di investitori americani - Oracle, Silver Lake e MGX, oltre che gli attuali azionisti General Atlantic, Susquehanna e Sequoia, ai quali complessivamente dovrebbe essere riservato il controllo del 65% del capitale azionario - come leva nelle trattative con l'amministrazione Trump su temi di politica internazionale come il supporto USA a Taiwan e gli accordi commerciali di Washington con altri paesi del sud-est asiatico.