NUOVO IMAIE propone una serie di incontri con protagonisti e protagoniste del panorama musicale italiano per parlare dei loro progetti, ma anche per approfondire le dinamiche che ruotano intorno all’essere Artista Interprete Esecutore. E’ la storia di una crescita - interiore, prima ancora che artistica - quella di DINìCHE, all’anagrafe Veronica Di Nocera, cantautrice e producer napoletana segnalatasi al grande pubblico poco prima della scorsa estate, come vincitrice di 1MNext, il concorso legato al Concerto del Primo Maggio sostenuto da NUOVOIMAIE che l’ha portata a esibirsi sul palco di Piazza San Giovanni, aggiudicandosi un premio di 10mila euro per l’organizzazione di un tour. Nata artisticamente durante il Covid, DINìCHE si è fatta conoscere con i brani “Sospesi” e “Nisida”, che hanno anticipato il suo EP di debutto, "In tiemp’ (on time)", uscito all’inizio di quest’anno. Dopo una serie di esperienze live decisamente importanti - oltre al Concertone, Di Nocera è stata opening act di artisti come Ermal Meta (per il quale ha aperto le date del tour di “Buona fortuna”), oltre che “spalla” di Georginess, Federico Baroni, Avincola, Caffellatte e Marco Sentieri - l’artista si sta preparando ad affrontare il primo tour “in proprio”, che prenderà il via il prossimo 17 gennaio da Firenze… Com’è stato salire sul palco del Concerto del Primo Maggio? Per me è stata la prima volta in assoluto davanti a un pubblico del genere, quindi - per certi versi - è stato spaventoso, ma allo stesso tempo esaltante. Esibendomi al Concertone mi sono resa conto di poter fare cose che non credevo di essere in grado di fare, come gestire un palco così grande. Il contesto è come te lo immaginavi? Non immaginavo che una “macchina” così grande potesse funzionare anche così bene: noi artisti del contest - 1MNext - non abbiamo avuto modo di fare il soundcheck, eppure sul palco i tecnici sono riusciti a far girare tutto alla perfezione. E’ incredibile la quantità di persone che lavora dietro le quinte, per offrire uno spettacolo di quelle proporzioni. NUOVOIMAIE ha svolto e continua a svolgere un ruolo importantissimo per noi artisti. Penso, per esempio, ai contributi erogati nel periodo della pandemia: per me sono stati fondamentali, perché mi hanno permesso di registrare nuovi brani e tenere in vita il mio progetto, in un momento - tra l’altro - estremamente critico. Se riuscita a percepire la presenza del pubblico? In una situazione del genere, non è una cosa da dare per scontata… Prima di suonare mi hanno presentata. Quando - durante il mio set - mi sono avvicinata alla passerella del palco ho sentito il boato del pubblico: le prime tre o quattro file erano composte da ragazze e ragazzi di Napoli, che hanno ballato e partecipato in modo estremamente attivo alla mia performance. E’ stato bellissimo. Credo sia stata una cosa molto importante per te, dato che il progetto Diniche è nato durante la pandemia, quando i concerti erano l’ultima cosa alla quale si pensava… Sinceramente, non pensavo di arrivare fino a questo punto. Sono sempre stata un’interprete, poi - quando finalmente mi sono decisa ad avviare il mio progetto, con canzoni originali - è arrivato il Covid: in quel periodo ho cercato in tutti i modi di restare a galla, ma avevo a disposizione solo i social e le piattaforme. Insomma, tutto si risolveva davanti allo schermo del PC. All’inizio volevo parlare di tematiche sociali, come per esempio il bullismo, che ho vissuto in prima persona, ma poi ho capito che avrei dovuto fare un ulteriore passo avanti per dare al progetto che avevo in mente un senso… Cioè? Parlare di me. Dovevo trovare il coraggio di farlo. Stavo affrontando certi temi in chiave pop, ma non mi divertivo più. Così mi sono presa un attimo di pausa, ho pensato a quello che volevo fare davvero. Ho iniziato a scrivere in tre lingue [italiano, napoletano e inglese, ndr], nonostante me l’avessero sconsigliato tutti. Anche persone molto importanti… Perché? Dicevano che il mix tra napoletano, inglese e italiano non sarebbe stato considerato radiofonico, e che non avrebbe mai funzionato. Strano, perché adesso le piattaforme offrono opportunità di globalizzazione enormi alle realtà locali: per dirne una, l’italiano è diventata l’ottava lingua, per royalties generate, su Spotify. Davvero ti interessa la radio? La spinta per iniziare un percorso artistico non me l’ha data la volontà di finire in radio, ma solo la voglia di parlare di me, quindi l’ossessione di “funzionare” a tutti i costi non l’ho mai avuta. Le cose sono leggermente cambiate con “Nisida” [il primo singolo dall’EP “In Tiemp (On Time)”, ndr], che è stata una scommessa fatta alla pari tra me e l’etichetta che mi ha seguito [la Talentoliquido, ndr]: il brano è entrato in diverse playlist in tutto il mondo, dalla Svezia al Giappone. Per noi è stata una grande soddisfazione, perché quando l’abbiamo pubblicato non avevamo minimamente l’intenzione di farlo diventare un caso sui DSP, e invece è successo. E la cosa mi rende estremamente felice, perché permette alla mia voce di essere ascoltata da persone che mai avrei pensato di poter raggiungere. E per quanto riguarda le radio? L’importanza delle radio, per come la vedo io, è legata a doppio filo agli eventi dal vivo organizzati dalle varie emittenti: a me interessa quello, non l’airplay fine a se stesso… Dal punto di vista discografico preferisci procedere per singoli o lavorare su progetti più estesi? L’idea di sfornare una canzone nuova al mese per soddisfare le dinamiche del mercato digitale non mi piace: l’ho fatto, in passato, e non ho intenzione di ripetere l’esperienza. Con “In Tiemp (On Time)” sono riuscita a farmi conoscere grazie a un prodotto strutturato, “coltivato”, che ha un senso compiuto, quindi continuerò su questa strada. Il prossimo EP - che spero di ultimare entro il prossimo novembre - sarà ancora più sperimentale del primo, perché mi piace pensare di proporre sempre qualcosa di nuovo: che senso avrebbe, del resto, collegarsi a qualcosa di preesistente? In quanto vincitrice del Premio NUOVOIMAIE al contest 1Mnext, hai avuto l’opportunità di organizzare il tuo primo tour: ci puoi dare qualche dettaglio? Mi piacerebbe sperimentare e portare la mia musica in contesti diversi dal solito. E’ vero che il mio sound nasce per i club, ma proprio per questo tour ho scelto di fare dei passi “alternativi”, cercando luoghi e situazioni nuove, che potessero valorizzare al meglio quello che faccio. Grazie a Palace Agenzia, che ha curato l’organizzazione dell’intero tour, suonerò in diverse location in tutta Italia, letteralmente da nord a sud, ognuna scelta proprio per questo spirito di ricerca ed esplorazione. Le prime date confermate sono quelle del 17 gennaio 2026 al Lumen di Firenze, del 6 febbraio al Sonica, di Siracusa, del 7 febbraio al Prima Classe di Ragusa, del 17 febbraio al Detune di Milano, e del 20 marzo ai Giardini Luzzati, a Genova. E poi ci sono ancora due date - una a Roma, per Spaghetti Unplugged, e l’altra a Napoli - ancora da annunciare. Sul palco mi accompagneranno Rebecca Palazzolo (bassista e producer), Marco Iannuncci (DJ e producer) e Andrea Mattia (batterista).