Una vera e propria ondata di licenziamenti ha colpito nei giorni scorsi tre prestigiose testate controllate dal gruppo Penske Media: Rolling Stone ha perso due nomi importanti della propria redazione come Andre Gee e Brittany Spanos, mentre ancora più duramente è stata colpito Billboard, costretto a rinunciare alle firme di Robert Levine, Steve Knopper, Dave Brooks, Glenn Peoples e Frank DiGiacomo. Dalla ristrutturazione non è stata risparmiata Variety, che ha visto uscire dal proprio staff collaboratori di lunga data come Adam Vary e Jim Murphy. A settembre Penske Media aveva fatto causa a Google per i riassunti basati sui contenuti pubblicati dalle proprie testate prodotti da AI Overviews, la nuova funzione di intelligenza artificiale del motore di ricerca: secondo il gruppo il tool avrebbe fatto crollare di un terzo il traffico Web sui propri organi di stampa, abbattendo le entrate pubblicitarie. "In qualità di editore leader a livello mondiale, abbiamo il dovere di proteggere i giornalisti del nostro gruppo", aveva dichiarato Jay Penske, CEO di Penske Media, presentando il procedimento legale: "Abbiamo la responsabilità di lottare proattivamente per il futuro dei media digitali e preservarne l'integrità, tutti aspetti minacciati dalle attuali azioni di Google". La causa è stata depositata presso il tribunale di Washington DC lo scorso 12 dicembre: dopo aver respinto una mozione di archiviazione presentata da Google, la corte non ha ancora stabilito la data della prima udienza.