Rupert Murdoch non ha intenzione di rivoluzionare MySpace, in questo momento il sito Web più celebrato d’America, frequentatissimo da musicisti noti e assolutamente sconosciuti (vedi News) e da un numero crescente di aficionados: 43 milioni di abbonati negli Usa, con un numero di visitatori che, a quanto pare, supera quelli di Google e di America Online. Questo, almeno, è quanto sostiene il direttore generale Chris DeWolfe, l’uomo che due anni fa lo ha fondato insieme al socio Tom Anderson. <br> La recente acquisizione, per ben 580 milioni di dollari (vedi News), da parte della multinazionale dell’editoria News Corp. ha seminato il panico nella comunità degli utenti, timorosi di vedere la loro agorà elettronica di riferimento ingabbiata nelle maglie strette del profitto e del mercato. Ma DeWolfe, 39 anni e un master in amministrazione aziendale all’Università di California, assicura che non sarà così e che il sito conserverà la sua natura spontanea e un po’ anarchica di piattaforma a completa disposizione “della gente”. “Sono gli utenti che ne hanno stabilito forma e contenuti e noi non abbiamo nessuna intenzione di cambiare. Quelli di News Corp. capiscono la situazione”, ha dichiarato alla testata Hollywood Reporter. “Resteremo fedeli all’idea iniziale di Tom (Anderson), che ha voluto creare ‘il portale per la prossima generazione’, prendendo le cose migliori che già c’erano su Internet e sparpagliandole su una rete che mette in contatto tra loro le persone”. Anzi, secondo DeWolfe “la nuova proprietà ci darà modo di propagare più velocemente il nuovo modello che sta emergendo nell’utilizzo dei media, con la gente che consuma meno musica e televisione e più contenuti autoprodotti”. <br> Resta il fatto che MySpace negli ultimi tempi ha cambiato decisamente ritmo: i suoi uffici a Santa Monica, California, sono passati dall’ospitare meno di 10 persone a più di 200 addetti. Rivolto principalmente a un pubblico di giovani adulti, il sito ha svolto anche una funzione socialmente utile in occasione di tragedie nazionali come quelle dell’Uragano Katrina, permettendo a persone che si erano perse di vista di rintracciarsi e di rimettersi in contatto. Ed è diventato un luogo privilegiato di scambio di materiale creativo in forma scritta, audio e video, tanto che lo utilizzano più o meno regolarmente oltre 660 mila artisti delle più diverse discipline.