I primi effetti collaterali negativi della popolarità (il sito in questi giorni è monitorato con attenzione dalle autorità di polizia perché, pare, assai frequentato da molestatori sessuali che lo usano per organizzare appuntamenti al buio con le loro ignare vittime) non bastano a interrompere la marcia trionfale di MySpace.com: è di queste ore la notizia che Universal Music, la più potente delle major del disco, sta per firmare un contratto di fornitura che renderà disponibili a richiesta, sulla piattaforma, migliaia dei videoclip del suo catalogo. Per la Universal, che sul video on demand a pagamento sta puntando molto come fonte alternativa di introiti, la mossa ha perfettamente senso, dopo gli analoghi accordi presi con Yahoo!, AOL e MSN (vedi News); per MySpace si tratta invece di un passo ulteriore verso quella “normalizzazione” che molti fan della prima ora, dopo il passaggio di proprietà a Rupert Murdoch, avevano pronosticato con una certa preoccupazione. E a questo punto è anche prevedibile che altre case discografiche si facciano avanti.