Diventa ancora più enigmatica, alla luce degli ultimi risultati di bilancio, la scelta della Warner di rimpiazzare Paul-René Albertini con il dirigente televisivo Patrick Vien, ex NBC Universal, alla guida della sua divisione internazionale trasferendone contestualmente uffici e centri decisionali dall’Europa agli Stati Uniti (vedi News). I report finanziari relativi all’ultimo trimestre 2005 confermano che proprio gli Usa sono l’anello debole, in questo momento, della catena Warner, mentre nel resto del mondo e soprattutto nel Vecchio Continente la major si difende più che dignitosamente: fatturati in crescita dell’1,8 %, grazie soprattutto alla Gran Bretagna (patria del “chartbuster” James Blunt) e allo sviluppo accelerato dei paesi dell’estremo Oriente, mentre oltre Atlantico la flessione è calcolata nell’1,5 % circa. <br> Il saldo totale, data anche la perdurante crisi dell’America Latina, è anch’esso negativo, - 2% (920 milioni di dollari), nonostante il successo riscosso a livello internazionale dagli ultimi album di Madonna, Green Day, Enya e Notorious B.I.G., oltre che dal disco di debutto del succitato Blunt. In calo anche gli introiti delle edizioni musicali Warner Chappell (- 4 %, su base annua e a valori costanti), mentre le vendite di musica digitale, cresciute del 176 % rispetto al 2004, ammontano già al 7 % del fatturato discografico.