La multinazionale canadese Seagram ha ufficialmente acquisito il 75% della PolyGram, una delle più importanti major discografiche mondiali, per un valore complessivo di circa 10,4 miliardi di dollari, equivalenti a 18.400 miliardi di lire italiane. L'annuncio è arrivato dalla Philips, gruppo olandese proprietario della quota venduta, che ha reso pubblici i dettagli dell'accordo. Il prezzo finale per azione è stato fissato a 115 fiorini olandesi, leggermente inferiore rispetto alla prima offerta avanzata da Seagram, che si aggirava attorno ai 117 fiorini per titolo. A determinare la limatura dell'offerta sarebbe stato – secondo quanto riportato – un andamento trimestrale meno brillante del previsto da parte di PolyGram, che ha registrato un secondo trimestre in flessione rispetto alle stime iniziali. Con questa acquisizione, Seagram – già proprietaria del gruppo Universal Studios e della divisione musicale MCA – si posiziona come uno dei nuovi attori dominanti nell’intrattenimento globale, affiancando alla produzione cinematografica un’enorme capacità discografica. La fusione delle attività musicali di MCA e PolyGram porterà alla nascita della futura Universal Music Group, destinata a diventare la più grande casa discografica al mondo. PolyGram, fino ad oggi sotto il controllo della Philips, vanta un catalogo vastissimo che comprende artisti internazionali come U2, Elton John, Bon Jovi, Sting, Metallica, Luciano Pavarotti e moltissimi altri. L’acquisizione da parte di Seagram rappresenta non solo un investimento nel settore discografico, ma anche un tassello nella strategia più ampia della società canadese per rafforzare la propria presenza nei contenuti digitali e nell’intrattenimento multipiattaforma. Questa operazione segna un ulteriore passo verso la concentrazione dell’industria musicale mondiale nelle mani di poche multinazionali. Con la scomparsa del marchio PolyGram come entità autonoma e l’assorbimento nella galassia Universal, il panorama discografico si riduce sostanzialmente a cinque (e presto quattro) major globali, tutte in forte competizione tra loro per accaparrarsi artisti, diritti e quote di mercato in un contesto già allora in evoluzione, alla vigilia della digitalizzazione e del boom dell’MP3.