Fioccano le prime incriminazioni giudiziarie nell’ambito dell’inchiesta sulle “payola” che da mesi scuote il mercato radiofonico e musicale statunitense (vedi News). Stando alle accuse formulate dal pubblico ministero, tre ex dipendenti dell’emittente pubblica WUOM, gestita dall’Università del Michigan, si sarebbero fatti convincere a trasmettere con insistenza nei loro programmi certi brani musicali in cambio di tessere di iscrizione a golf club della zona, tappeti persiani, biglietti aerei, massaggi e altre prestazioni in natura assicurate dai loro corruttori. Questi ultimi, nella grande maggioranza dei casi, sarebbero promoter “indipendenti” a cui le case discografiche erano solite ricorrere prima che il gioco venisse smascherato dagli agenti federali e da funzionari governativi come Elliot Spitzer, il celebre e chiacchierato ministro della giustizia dello stato di New York.