Dopo i2Hub, WinMX e Grokster (vedi News) anche BearShare alza (volontariamente) bandiera bianca: la società che distribuisce il popolare software finalizzato al file sharing non autorizzato, Free Peers Inc., ha accettato di pagare all’organizzazione dei discografici RIAA la somma di 30 milioni di dollari a titolo di risarcimento così da evitare un’azione legale per violazione dei copyright. I titolari dell’impresa, Vincent Falco e Louis Tatta, hanno anche promesso di interrompere immediatamente l’attività, di non allestire in futuro servizi analoghi e di vendere infrastrutture e know how tecnologico, database clienti, marchio e dominio Internet a iMesh, la società newyorkese ex fuorilegge che dopo aver pagato all’industria oltre 4 milioni di dollari di danni si è rilanciata dall’anno scorso come servizio di musica digitale legale (vedi News). <br> L’accordo extragiudiziale tra RIAA e BearShare deve ora essere approvato dal giudice. Intanto restano in sospeso i conti tra l’industria e gli altri quattro servizi p2p a cui la federazione americana dei discografici ha intimato per lettera, l’anno scorso, di cessare l’attività (Warez P2P, LimeWire, eDonkey e Soulseek); presso la Corte Distrettuale di Los Angeles, nel frattempo, è sempre pendente la causa contro KaZaA e Morpheus (vedi News).