Dopo Warner e Sony BMG (vedi News) anche la più grossa casa discografica d’America e del mondo, Universal Music, accetta di pagare una multa (la più salata di tutte: 12 milioni di dollari più le spese processuali) pur di evitare il dibattimento in tribunale e mettere a tacere le accuse di “payola” lanciate dal procuratore generale dello stato di New York Eliot Spitzer. <br> La major, che detiene il 26 % del mercato mondiale e quasi il 33 % negli Stati Uniti, era stata accusata di aver corrotto numerosi programmatori radiofonici promettendo denaro, regali, viaggi e altri favori in cambio di passaggi radiofonici e conseguenti spinte promozionali per i propri artisti. Tra le irregolarità accertate dall’ufficio di Spitzer risultano soggiorni tutto compreso in hotel di Miami e biglietti per avvenimenti sportivi di richiamo elargiti al personale dell’emittente WFLY-FM in cambio dell’aggiunta in playlist di canzoni di Brian McKnight e Nick Lachey. Un altro caso riguarda l’etichetta Island Def Jam, che aveva pagato sotto banco propri dipendenti affinché effettuassero richieste telefoniche fasulle a radio di Chicago e New York chiedendo ripetutamente di ascoltare il brano “Rain on me” di Ashanti. Tutto a discapito della buona fede degli ascoltatori che, ha commentato Spitzer, “hanno il diritto di non essere ingannati sul modo in cui la musica che ascoltano in radio viene selezionata”. <br> In un comunicato, la casa discografica ha replicato di avere fornito agli investigatori la massima cooperazione, attribuendo la responsabilità dei comportamenti criminosi ad alcuni impiegati e agli agenti indipendenti cui aveva affidato il compito di promuovere i suoi prodotti: accettando di pagare la multa, ha anche promesso di evitare d'ora in poi il ricorso a promoter esterni e accettato di inserire in organico un funzionario destinato a sorvegliare la regolarità delle sue campagne promozionali. Nei casi precedenti, Sony BMG aveva concordato con Spitzer un patteggiamento da 10 milioni di dollari e Warner aveva fatto altrettanto per 5 milioni di dollari. I soldi versati da Universal andranno all’organizzazione Rockefeller Philanthropy Advisors, che provvederà a sua volta a smistarli a enti che operano senza fine di lucro nell’area newyorkese. Ma le indagini di Spitzer, prossimo candidato dei democratici alla carica di governatore di New York, non sono finite: nel suo mirino c’è ancora la quarta major, la britannica EMI Music.