La casa discografica di proprietà francese continua a guidare saldamente la pattuglia delle major sul mercato statunitense, con una market share, 31,8 %, che per i primi quattro mesi del 2006 è stata identica a quella dell’anno scorso. Alle sue spalle, ma notevolmente, staccata, insegue Sony BMG, la cui quota di mercato, 23,9 %, risulta in calo dell’1,9 % rispetto al periodo gennaio-aprile 2005. Warner Music ed EMI, interessate a una ipotetica fusione (vedi News), strappano rispettivamente uno share del 14,9 e del 9,5 % (+ 0,1 % e + 0,2 %): insieme totalizzerebbero dunque una fetta di mercato, 24,4 %, di poco superiore a quella di Sony BMG, mentre è da sottolineare anche la crescita continua (+ 1,6 %) delle etichette indipendenti, il cui peso globale è salito al 20 % <br> Le market share sono indicatori variabili e fino a un certo punto veritieri del mercato, legate come sono all’uscita e/o allo slittamento di uscite discografiche importanti. Ma influenzano decisamente gli andamenti dei titoli in borsa, e hanno una ragion d’essere anche in motivi più strutturali: così gli esperti attribuiscono gli ottimi risultati americani di Universal alla solidità e abilità del suo team dirigenziale capitanato da Doug Morris, mentre imputano i passi indietro di Sony BMG ai cambi di management e agli attriti provocati dall’integrazione tutt’altro che semplice tra due culture aziendali profondamente differenti tra di loro.