Poca cosa rispetto al vespaio di polemiche sollevato dalla trasposizione cinematografica del best seller di Dan Brown, ma sul “Codice Da Vinci” si sono accapigliate anche le due maggiori case discografiche del mondo, Universal Music e Sony BMG. La prima, titolare dei diritti sulla colonna sonora originale del film scritta dallo specialista Hans Zimmer (premio Oscar 1994 per “Il re Leone”), era ricorsa giorni addietro alla Corte di Giustizia londinese per richiedere il blocco immediato della distribuzione nei negozi di un cd intitolato “Music inspired by Da Vinci” e pubblicato in contemporanea dalla concorrente. Secondo Universal il disco, contenente brani composti dal norvegese Jan Kisjes, rappresenta un caso di concorrenza sleale, poiché utilizzerebbe messaggi promozionali e immagini legati al libro e alla pellicola (distribuita da Sony Pictures, consorella di Sony Music) allo scopo di generare confusione nei consumatori. Nonostante Sony BMG abbia negato ogni addebito, la disputa si è comunque risolta “amichevolmente” fuori dai tribunali, con un patteggiamento di cui non sono noti i termini economici. Ma dimostra che al discusso film diretto da Ron Howard sono legati interessi economici non da poco anche in ambito musicale. Ai giudici la Universal ha detto di puntare a smerciare mezzo milione di copie, mentre Sony BMG ha affermato di avere un obiettivo di vendita di almeno 250 mila pezzi; senza contare le numerose altre etichette che cercheranno di cavalcare l’onda, confezionando titoli “a tema” o rimpacchettando ad hoc vecchio repertorio di catalogo.