L’iPod rimane l’indiscutibile “must” del momento, ma secondo un vecchio guru della musica digitale, il Michael Robertson di MP3Tunes (vedi News), è un concetto già superato: “come portarsi appresso i soldi nel borsellino invece di usare la carta di credito”. La soluzione alternativa, secondo Robertson, consiste nel disporre di una “cassetta di sicurezza” on-line come quelle messe a disposizione dal suo Oboe, una piattaforma Internet che replica nella sostanza le idee, ai tempi rivoluzionarie (e osteggiate dall’industria, vedi News), del suo pionieristico sito MP3.com: creare un luogo virtuale personalizzato in cui, pagando un “affitto” di 40 dollari all’anno, sia possibile caricare tutti i file musicali che si desiderano, per accedervi poi a piacimento da qualunque computer collegato in rete o riproduttore “wireless” compatibile. “E’ un sistema più sicuro, più versatile e più flessibile” garantisce Robertson, anche se in molti fanno notare che il suo servizio di streaming musicale non funziona con i file protetti dal DRM Apple (Fairplay) e neppure con i download vincolati venduti da Napster e Rhapsody. Anche per questo, forse, la sua iniziativa non ha raccolto per ora più di 25 mila abbonati, quanti ne dichiara anche il concorrente MediaMax di Streamload (25 GB di musica, video e foto gratis sulla “cassaforte” on-line, 30 dollari al mese per archiviare fino a 1000 giga di materiale). Ma l’imprenditore americano ha detto a Billboard di essere convinto che la sua formula avrà successo, considerato il fatto che “nei prossimi sei, dodici mesi arriveranno sul mercato almeno due dozzine di lettori capaci di riprodurre tutta la vostra musica nel momento in cui li accendete” (non solo lettori musicali dedicati stile iPod ma anche telefoni cellulari, palmari, lettori da auto e sistemi integrati di home entertainment); “a quel punto”, dice Robertson, “la domanda dei consumatori dilagherà”. <br> Nel frattempo, rivela sempre Billboard, qualche altro fornitore di “digital lockers” ha preso una strada diversa, mirando a coinvolgere direttamente l’industria dell’entertainment: tra questi una società chiamata Navio, che si è già garantita le licenze di case come Sony BMG, TVT Records e Walt Disney, oltre che di altre aziende del settore informazione e intrattenimento, per i propri portali di vendita on line. Questi ultimi hanno la particolarità di vendere al consumatore “diritti” al posto di prodotti, nel senso che se il consumatore ha bisogno di un file in un formato diverso da quello in cui lo ha acquistato in origine (per esempio per ascoltare su un lettore WMA-compatibileuna canzone acquistata da iTunes, lo otterrà tranquillamente senza dover pagare più nulla.