Con tutto quel che di grave succede nel mondo, al G8 di San Pietroburgo i potenti della terra hanno trovato modo di parlare anche di tutela del diritto d’autore, spinti dalle industrie del copyright (musica, cinema, audiovisivo, informatica) che temono di soccombere di fronte all’onda montante e piratesca capeggiata dai paesi emergenti, Cina e Russia in primo luogo. <br> Con un comunicato diramato domenica, 16 luglio, le delegazioni di stato e di governo delle otto nazioni hanno preso impegni formali in materia, promettendo di “dare priorità alla promozione e alla approvazione di leggi, regolamenti e procedure che rafforzino il rispetto della proprietà intellettuale” e alla lotta “contro le minacce della pirateria e della contraffazione”. Tra le prime reazioni positive alla dichiarazione di intenti del G8 si segnala quella del presidente dell’associazione dei discografici inglesi, Peter Jamieson, che prima del summit aveva invitato il ministro degli esteri britannico Margaret Beckett a sollevare l’attenzione di Putin sul caso del sito russo pirata allofsmp3.com, molto popolare anche nel resto d’Europa (vedi News). “In un mercato sempre più globale e con la crescita fenomenale di Internet”, ha commentato Jamieson, “è sempre più essenziale che l’applicazione delle leggi sul copyright avvenga su un piano internazionale. Per questo diamo il benvenuto alla presa di posizione dei paesi del G8 contro la pirateria e la contraffazione”.