Vecchia questione: il download illegale di musica da Internet danneggia le vendite dei cd e il mercato legittimo della musica? Quattro (addirittura) nuove ricerche in materia, condotte da accademici e pubblicate dal prestigioso Journal of Law & Economics dell'Università di Chicago, sostengono univocamente di sì: alla stessa conclusione sono arrivati, indipendentemente gli uni dagli altri, professori universitari come Stan Liebowitz e Alejandro Zentner, secondo il quale il download di file mp3 dalla rete riduce la probabilità di acquistare musica del 30 %. Altri due ricercatori, Rafael Rob e Joel Waldfogel, hanno preso in esame i comportamenti degli studenti di quattro college universitari americani arrivando alla conclusione che coloro che si sono abituati a scaricare musica dal Web hanno ridotto almeno del 10 % i loro acquisti di cd. Un’altra ricerca, infine, ha cercato di misurare gli effetti delle azioni legali intraprese dall’associazione dei discografici americani, RIAA, contro i “pirati” del Web: sembrerebbe che la controffensiva dell’industria abbia sortito gli effetti sperati, se è vero che chi caricava e scaricava abusivamente musica in rete ha ridotto conseguentemente la sua attività tra il 75 e il 90 %. Dato, quest’ultimo, confermato almeno in parte dalla federazione internazionale dei discografici, IFPI, secondo cui il numero di file musicali illegali presenti su Internet è calato da 900 a 885 milioni tra il giugno 2005 e il gennaio 2006.