“Questa Torre”, scrive il sito americano HITS Dailydouble, “pende più di quella di Pisa”. E in effetti per la celebre catena di negozi musicali fondata negli anni ’60 da Russ Solomon (89 punti vendita ancora in attività) le cose sembrano andare sempre peggio: tanto che l’unica soluzione accettabile, a questo punto, consisterebbe in una liquidazione totale al miglior offerente prima che incomba la stagione cruciale degli acquisti natalizi. Gli azionisti della società, otto in tutto e a loro volta, in parte, ex creditori, sono stati costretti a presentare una seconda istanza fallimentare presso un tribunale del Delaware, schiacciati dal peso di debiti che ammontano a 87 milioni di dollari complessivi, 70 dei quali nei confronti delle quattro major distributrici (EMI, Universal, Warner Music e Sony BMG). <br> Fallito il piano di ristrutturazione proposto un paio di anni fa (vedi News), i creditori chiedono l’immediata vendita all’asta degli “asset” aziendali, anche perché Tower nel frattempo continua a perdere denaro: colpa, sottolineano i suoi proprietari, del declino generalizzato delle vendite di prodotti audiovisivi e della intensa concorrenza da parte del downloading, legale e illegale.