Risultati più interessanti e meno scontati del solito arrivano da “The 2006 digital music survey”, una ricerca a campione condotta dall’ente inglese Entertainment Media Research in collaborazione con lo studio legale Olswang. I dati raccolti dai ricercatori britannici forniscono innanzitutto una conferma: i “community websites” in cui gli utenti di Internet si scambiano notizie, opinioni, suggerimenti, commenti e, ovviamente, anche video e file musicali sono sempre più importanti nella scoperta e promozione di talenti nuovi o relativamente poco conosciuti; il 73 % degli intervistati da EMR rivela di avere conosciuto proprio in questo modo alcuni dei suoi artisti preferiti, mentre il 47 % ha convertito questo interesse nell’acquisto di cd e/o di download. Un numero ancora maggiore di persone (il 53 %) ha scaricato musica gratuitamente dai siti di “social networking" mentre il 63 % li ha usati per raccomandare ad altri i propri artisti preferiti, innescando quella forma di marketing “virale” e per passaparola che nel sovraffollato panorama mediatico di oggi diventa sempre più importante e affidabile. MySpace, citato dal 35 % degli intervistati (il 56 % tra i 13-17enni) resta il portale più frequentato dagli appassionati di musica , seguito da MSN Spaces (25 %) MSN Groups (21 %), Bebo (18 %) e YouTube (17 %: ma altre ricerche lo segnalano in gran crescita e già più popolare dello stesso MySpace, vedi News). <br> La sorpresa (relativa) riguarda invece gli scenari della guerra prossima ventura tra lettori musicali portatili e telefoni cellulari 3G. Il campione di EMR mostra di preferire idealmente un cellulare capace di riprodurre anche file musicali (così il 46 % delle risposte) a un lettore musicale con telefonino incorporato (21 %); anche tra i possessori di iPod, sia pure in percentuali diverse, le tendenze sono le stesse. Eppure, avverte la ricerca, il mercato della mobile music rischia ugualmente di ripiegare su se stesso: il 44 % degli intervistati dichiara di non avere intenzione di mettersi a scaricare musica da un cellulare da qui a sei mesi, mentre coloro che dicono di essere interessati a questa modalità di consumo sono solo il 25 %.