“Non scaricate questa canzone”, implora tra il serio e il faceto “Weird Al” Yankovic nell’omonimo nuovo singolo, “Don’t download this song”, ascoltabile gratuitamente da qualche tempo sul suo sito Internet (c’è anche un delizioso video-cartoon di accompagnamento a firma di Bill Plympton: http://www.dontdownloadthissong.com/DDTSecard.html). L’artista californiano, celebre per le sue parodie musicali che non risparmiano nessuno (da Michael Jackson a James Blunt) non s’è lasciato scappare l’occasione di dire la sua sul tema più caldo delle cronache musicali recenti, la pirateria on-line che turba i sonni degli “sceriffi” discografici e che ha scaraventato i consumatori, per la prima volta, dalla parte dei “cattivi”. Sorretta da una appiccicosa melodia di classico stampo pop americano (con tanto di coro “sing-along” alla “We are the world”, per intenderci), la ballata se la prende scherzosamente con chi viola la legge scaricando musica da “Morpheus o Grokster o Limewire o KaZaA”. Perché, canta Yankovic, si sa come va a finire: “….cominci rubando canzoni e finisci a rapinare negozi di alcolici/ vendere crack e metter sotto scolaretti con la macchina”. Meglio non fare i furbi con la “R-I-double-A” (la RIAA, l’organizzazione dei discografici americani), ammonisce subito dopo con voce flautata, perché “ti porteranno in tribunale se masterizzi quel CD-R/non importa se sei una nonna o una ragazzina di sette anni/ti tratteranno come lo schifoso criminale incallito che sei”. E dunque, invita l’impagabile “Weird Al”, “non scaricare questa canzone” perché “anche Lars Ulrich sa che è sbagliato” (ricordate la vecchia causa tra i Metallica e Napster?) “e vatti a comprare il CD (adesso, subito) come sai che è tuo dovere fare”. <br> Ascolti la canzone e alla fine, per assurdo, ti vien voglia di comprartela, invece che di scaricarla abusivamente in barba alla legge.. Yankovic ha capito che il sorriso e l’ironia valgono più delle carte bollate e delle minacce. Non sembrano stare proprio dalla stessa parte della barricata, lui e le major. Ma vuoi vedere che se si fosse affidata a uno come lui, per contrastare i pirati,, invece che a certe tetre e imbarazzanti campagne “istituzionali”, l’industria discografica ci avrebbe fatto una figura migliore?