Se Bertelsmann e Vivendi pensavano di non trovare nessun ostacolo al concordato passaggio di proprietà delle edizioni BMG a Universal Music (vedi News) si sbagliavano di grosso. Sulla loro strada, infatti, si staglia l’ombra minacciosa della Impala, l’organizzazione europea delle etichette indipendenti che ha già messo i bastoni tra le ruote al “merger” tra Sony e BMG, rimandato a luglio all’esame dei tribunali comunitari (vedi News). Parlando con i giornalisti del settimanale Music Week il presidente dell’organizzazione, Martin Mills, ha confessato che lui e gli altri membri del direttivo del gruppo devono ancora formulare una precisa strategia d’attacco (a questo provvederà un meeting programmato in occasione dell’imminente Popkomm di Berlino), ma ha confermato la volontà di agire di Impala, preoccupata dagli esiti di un’operazione che intreccia interessi discografici ed editoriali consegnando alla leader del mercato discografico, Universal Music, un’altra consistente fetta di potere. <br> La concentrazione dei due cataloghi metterebbe in piedi una società con oltre due milioni di copyright musicali in dote, unendo i pezzi forti delle edizioni Universal (U2, Mariah Carey, Prince, Kaiser Chiefs, Killers, Jack Johnson) con quelli di BMG (Coldplay, Robbie Williams, Keane, Justin Timberlake e moltissimo “back catalog” storico, anche di musica classica).