Si sono fatti avanti in quindici, all’asta di liquidazione della celebre catena di negozi di dischi oggi in regime di amministrazione controllata e sull'orlo della bancarotta (per la seconda volta in due anni, vedi News). E tra i potenziali pretendenti figura il concorrente Trans World Entertainment, che quest’anno ha già salvato dal fallimento, comprandolo, il gruppo Musicland/Sam Goody (vedi News): la spuntasse, verrebbe probabilmente scongiurata la scomparsa della gloriosa insegna giallorossa, che conta tuttora 89 punti vendita negli Stati Uniti. Capeggiati dalla società specializzata in liquidazioni Great American, che ha fissato il prezzo d’asta intorno ai 90-95 milioni di dollari, gli altri creditori/potenziali acquirenti sembrano infatti più interessati a smantellare Tower Records per realizzare il massimo guadagno dalla vendita dei suoi “asset” patrimoniali e della merce in magazzino. <br> Nella lista dei 15 non figura invece il nome del fondatore della società, Russell Solomon, oggi a capo di un fondo finanziario che pure era stato indicato tra i possibili candidati alla successione e al salvataggio di Tower.