Preoccupato dalla concorrenza di Zune? “In una parola sola, no”. Così Steve Jobs, condottiero e leader carismatico di Apple Computer, liquida l’ “anti iPod” che l’arcirivale Bill Gates si prepara a distribuire nei negozi americani (vedi News) con l’obiettivo di far vacillare il suo dominio incontrastato sul mercato dei lettori digitali portatili. Le sue dichiarazioni poco lusinghiere nei confronti della Microsoft sono state raccolte da Newsweek in una lunga intervista a domanda e risposta pubblicata nell’edizione di domenica scorsa, 15 ottobre. Jobs indirizza le sue critiche principalmente sulle caratteristiche innovative del prodotto concorrente, che grazie alla funzionalità wireless permette lo scambio e la condivisione di brani musicali (file sharing) tra diversi utenti. “Ho visto le dimostrazioni su Internet, e ci vuole una vita”, sostiene Jobs. “Quando hai completato il procedimento, la ragazza che avevi a fianco s’è già alzata e se n’è andata! Molto meglio togliersi uno dei due auricolari e metterglielo nell’orecchio, usando 60 centimetri di cavo per la connessione”. <br> In vena di confessioni, all’intervistatore Steven Levy il ceo di Apple ha spiegato anche come ha fatto a convincere le major a collaborare con iTunes, quando la sua piattaforma di musica on-line era ancora un progetto sulla carta e una scommessa come un’altra: “Facemmo una serie di previsioni dicendogli che un sacco delle cose che stavano provando a fare sarebbero fallite. Una volta che questo si avverò, tornammo a fargli visita ogni mese o due finché cominciarono a credere che forse ci capivamo davvero qualcosa”. Nell’occasione, spiega Jobs, Apple potè mettere a frutto anche il fatto di controllare una quota di mercato minoritaria, nell’industria dei computer: un fallimento di iTunes, limitato in origine a una porzione degli utenti Mac, non avrebbe pregiudicato le mosse delle case discografiche sul mercato più ampio, dominato dal sistema operativo rivale Windows. Jobs, non è un segreto, ritiene che uno degli ingredienti principali del successo di iTunes risieda nel prezzo fisso e unico per tutte le canzoni scaricabili dal sito, 0,99 centesimi di dollaro (o di euro), a dispetto della volontà più volte manifestata dalle major di alzare le tariffe per le novità discografiche (vedi News). “Se lo facessimo”, sostiene il numero uno di Apple, “violeremmo il patto implicito che abbiamo fatto con i consumatori. In molti direbbero: ‘Sapevo che prima o poi le case discografiche mi avrebbero fregato, e ora lo stanno facendo’. Col risultato che perderemmo per sempre la loro fiducia e non comprerebbero più niente su iTunes”. E' questa la sua paura, e non la presunta stanchezza dei consumatori nei confronti dell'ormai onnipresente iPod: "E' una sciocchezza: come dire che non baceresti più la tua ragazza perché anche tutte le altre hanno un paio di labbra".