La teoria della “coda lunga” esposta da Chris Anderson in un celebre articolo apparso nel 2004 sulla rivista Wired (in ambiente digitale, grazie all’abbattimento dei costi di produzione e di distribuzione, vendere tanti prodotti di nicchia in piccole quantità diventa redditizio e importante quanto puntare ai successi di massa) sembra funzionare per la Universal, che a partire dal febbraio scorso (vedi News) ha rieditato in esclusiva per iTunes e gli altri negozi on-line 3 mila canzoni del suo back catalog europeo da tempo indisponibili sul mercato. L’iniziativa, sostiene la major tirando le prime somme, ha fruttato finora circa 250 mila download. A guidare la lista dei titoli più scaricati sono il singolo dei Gun “Word up” (1994) e l’album “Steeltown” dei Big Country (1984); molto richiesti, a livello internazionale, anche i Noir Desir, la versione di “Je t’aime… moi non plus” di Brigitte Bardot e la compilation natalizia di Nana Mouskouri “Les plus beaux Noels du Monde”, a dimostrazione di un pubblico dal profilo decisamente transgenerazionale. <br> I programmi di Universal prevedono a questo punto la riedizione in digitale di oltre 100 mila brani estratti dai suoi archivi europei (molti dei quali mai editi su cd) nell’arco dei prossimi tre o quattro anni, con una nuova ondata di emissioni annunciata per novembre. “Oggi siamo in grado di quantificare l’appetito del pubblico nei riguardi di incisioni antiche e dei più vari generi”, ha spiegato Olivier Robert-Murphy, responsabile dello strategic marketing all’ufficio internazionale di Universal. “Questa è evidentemente una ‘coda’ che vale la pena di rincorrere”.