Meno di un mese fa Universal Music avrebbe potuto cambiare nuovamente proprietario e ridiventare americana (come ai tempi in cui la dirigeva la famiglia canadese Bronfman,vedi News ). La capogruppo francese Vivendi, infatti, aveva ricevuto un’offerta di acquisto per la cifra record di 50,8 miliardi di dollari (40 milioni di euro) da parte della società di investimenti Kohlberg Kravis Roberts, fiancheggiata finanziariamente da JP Morgan e Citigroup. A far naufragare la trattativa, pare, sono stati soprattutto i possibili problemi con l’Antitrust e le complicazioni legate alle norme fiscali in vigore in Francia. Tra le due società esisteva un legame “familiare”: il fondatore di KKR, Henry Kravis, è marito dell’economista franco-canadese Marie-Josée Kravis, che fino al marzo dell’anno scorso era nella commissione di controllo di Vivendi. <br> La società francese aveva già rifiutato in maggio una proposta di acquisto avanzata da Sebastian Holdings, una finanziaria norvegese che a differenza di KKR avrebbe voluto smembrarne il patrimonio e tenerne una parte soltanto. A Vivendi, come noto, fanno capo oltre alla casa discografica Universal Music la pay TV Canal Plus e la società di telefonia mobile SFR, numero due sul mercato francese.