La EMI ha meno fretta delle altre major di chiudere un accordo con YouTube, il sito di riferimento mondiale per l'accesso (in streaming) a videoclip e filmati di qualunque natura, professionali e dilettanteschi. “Ci sono discussioni in corso”, ha ammesso un portavoce della società riprendendo le dichiarazioni dei top manager Eric Nicoli e Alain Levy, “ma ci sono ancora questioni di copyright in sospeso e il nostro compito è di proteggere i nostri autori e i nostri artisti”.<br> A differenza della casa inglese, le altre maggiori case discografiche multinazionali (Universal, Warner e Sony BMG) hanno già chiuso un accordo di collaborazione con i gestori del sito, ora di proprietà di Google (vedi News). Secondo alcuni osservatori, la tattica attendista di EMI ha anche motivazioni economiche e non solo di principio: i suoi dirigenti punterebbero ad assicurarsi un contratto simile a quello spuntato da Universal, che in cambio della licenza del suo repertorio ha ottenuto da YouTube l’1 % del capitale azionario e circa 0,80 centesimi di dollaro per ogni streaming di canzoni e clip del suo catalogo.