Il sistema di protezione DRM a circuito chiuso escogitato dalla Apple (in base al quale, salvo rare eccezioni, i brani musicali scaricati da iTunes possono essere ascoltati solo su lettori iPod, mentre questi ultimi non possono riprodurre file digitali acquistati altrove) è oggi materia di discussione in tribunale. Il caso, sollevato da una “class action” presentata all’autorità giudiziaria della California, risale in realtà al 21 luglio scorso, ma solo ora (dopo che i giudici, appena prima di Natale, hanno respinto una mozione di annullamento presentata dall'azienda, e che i documenti depositati da quest’ultima presso la Securities and Exchange Commission sono diventati di pubblico dominio) è emerso all’attenzione generale: la società di Cupertino è accusata di avere creato con il suo DRM (FairPlay) un monopolio illegale nel settore della musica digitale, che danneggerebbe non solo i concorrenti ma gli stessi consumatori limitandone la libertà di scelta e di manovra. <br> L’azienda di Steve Jobs naviga ultimamente in un mare di carte bollate: oltre al noto scandalo dei bilanci gonfiati dalle “stock options” retrodatate concesse ai suoi dirigenti (Jobs incluso), ha altre cause pendenti che riguardano il malfunzionamento della scheda madre del portatile iBook G4 e la presunta violazione di un brevetto preesistente sul “pedometro” (detto SportKit) per iPod Nano sviluppato congiuntamente con la Nike.