Download legali da Internet, “mobile music” e suonerie “master tones”, come sappiamo, non riescono ancora a tamponare le falle di cinque anni di mercato discografico in caduta libera. Il Digital Music Report 2007 compilato e diffuso in queste ore dall’associazione internazionale IFPI, tuttavia, sembra dare ragione (almeno per il momento) ai moderatamente ottimisti: senza calcolare (il che è praticamente impossibile) l’impatto economico delle nuove forme di promozione e distribuzione gratuita della musica in rete alla MySpace e YouTube, il giro d’affari generato dalle vendite attraverso il Web e la telefonia mobile è quasi raddoppiato a livello mondiale tra il 2005 e il 2006 avvicinandosi ai 2 miliardi di dollari, il 10 % del mercato globale (era l’8 % in Italia nel primo semestre dell’anno appena trascorso, vedi News). Al risultato contribuiscono non solo la chiusura di molti siti pirata e p2p e l’uso sempre più esteso della banda larga (280 milioni di utenti, + 34 %), ma anche la maggiore diffusione dei “music phones” e dei lettori digitali portatili in circolazione (120 milioni, questi ultimi, con un incremento del 43 %) e un’offerta sempre più estesa, con circa 4 milioni di canzoni digitali disponibili per l’acquisto (erano la metà l’anno prima) e circa 500 piattaforme di distribuzione legale in funzione in una quarantina di paesi (l’IFPI ne elenca 14 solo in Italia, con Radio DeeJay e eMusic aggiuntesi nel corso degli ultimi dodici mesi). <br> Il download di singole canzoni, modello iTunes, continua a dominare il mercato digitale con 795 milioni di pezzi scaricati nel 2006 (+ 89 %, rispetto ai 420 del 2005), mentre gli abbonamenti, stile Napster, passano nello stesso periodo da 2,8 a 3,5 milioni (+ 25 %). L’Italia è il terzo mercato europeo per la musica “mobile” dopo Regno Unito e Francia, in valore assoluto; ma si aggiudica il primo posto nel download di brani originali completi sui cellulari grazie alla più alta penetrazione di mercato di telefonini multimediali 3G: li possiede il 24 % degli abbonati a servizi di telefonia mobile, contro il 14 % in Gran Bretagna e l’11 % in Spagna (più in alto stanno solo Sud Corea, inarrivabile col suo 88 % di cellulari 3G, e il Giappone con il 53 %). La spiccata propensione degli italiani a consumare musica col telefonino è confermata anche dalla suddivisione nazionale degli introiti di musica digitale: il 14 % proviene dai download di singoli brani da Internet (contro il 39 % della Germania, valore più alto in Europa), l’8 % dal download di album (25 % nella stessa Germania), il 26 % da suonerie mastertone (41 % in Francia), il 39 % appunto dal download di brani musicali originali e completi sul cellulare (contro il 32 % della Spagna, il nostro più immediato inseguitore).