Sollevato dall’incarico con diversi anni di anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto, l’ex amministratore delegato della EMI Alain Levy (così come il suo vice David Munns) dovrà ricevere una liquidazione principesca dalla società inglese: si parla di oltre 6 milioni di dollari, equivalenti al suo stipendio annuo base più bonus, anche nel caso in cui trovi subito impiego presso un’altra azienda. Levy ha tuttavia firmato una clausola di non concorrenza, e dunque il suo eventuale nuovo datore di lavoro non potrà essere una casa discografica. <br> La notizia che Eric Nicoli ha deciso di subentrare personalmente a Levy a dispetto della scarsa esperienza diretta che ha nel settore (è arrivato in EMI nel 1999, dopo quasi 20 anni trascorsi presso l’azienda alimentare United Biscuits), sta intanto suscitando reazioni contrastanti in seno alla società: il manager vanta la piena fiducia del consiglio di amministrazione e del nuovo presidente John Gildersleeve, ma sembra non godere di altrettanta popolarità presso alcuni azionisti di maggioranza, contrari tra l'altro al defenestramento improvviso della coppia Levy-Munns. Il suo banco di prova, secondo molti osservatori, non sarà solo il miglioramento dei conti economici, ma anche la capacità di attrarre nuovi (o vecchi) potenziali compratori: in molti ritengono infatti che la EMI non abbia la “massa critica” per continuare ancora a lungo come azienda a sé stante.