Ad azzardare previsioni sul futuro della musica digitale, stavolta, è un ponderoso rapporto di 400 pagine (titolo: “Interactive content and convergence: Implications for the Information Society”) finanziato dalla Commissione Europea, e le cui conclusioni (non nuove…) sono sostanzialmente confortanti per l’industria. Da qui a quattro anni, sostiene la ricerca attingendo presumibilmente a fonti preesistenti, i download da Internet varranno circa il 20 % del totale dei consumi di musica registrata, 1,4 miliardi di dollari nel 2010 a fronte dei 369 milioni di dollari del 2006: la spinta definitiva alla domanda, scrive il commissario UE per la Information Society and Media Viviane Reding, arriverà dall’ulteriore diffusione dei lettori digitali portatili e della banda larga, che oggi conta circa 60 milioni di utenti in Europa ma che in quattro anni dovrebbe quasi raddoppiare il suo bacino raggiungendo 116 milioni di cittadini del Vecchio Continente; ancora più velocemente di quello musicale dovrebbe svilupparsi il mercato on-line dei film, per cui la CE prevede un balzo imponente da 24,2 milioni di dollari a 1,33 miliardi di dollari (con ulteriori ampi margini di crescita per gli anni a venire, dal momento che il digitale varrà comunque solo il 7 % del giro d’affari complessivo). <br> Se le opportunità sono tante ed evidenti, conclude il commissario UE, numerosi sono tuttora gli ostacoli a un sano sviluppo del mercato della musica digitale: il rapporto comunitario ne elenca non meno di 36, citando tra gli altri la diffusione ancora lenta delle telecomunicazioni 3G, il sistema tariffario dei servizi ancora piuttosto confuso, la piaga persistente della pirateria, la mancanza di “interoperabilità” tra i sistemi di Digital Rights Management, l'elevato costo di digitalizzazione dei contenuti e la difficoltà per alcuni operatori di adattarsi a nuove tecnologie di distribuzione che oltrepassano le frontiere nazionali.