Sulla musica "protetta" dai sistemi anticopia DRM David Pakman, presidente della piattaforma di distribuzione digitale eMusic, la pensa come Steve Jobs della Apple (vedi News): si tratta di una soluzione arbitraria che costringe ad involontarie restrizioni d'uso i consumatori, i quali preferirebbero "un mondo in cui i media che acquistano sono riproducibili su qualunque tipo di apparecchio". Il DRM, sostiene Pakman, "serve solo a restringerne la scelta, impedisce l'emergere di un mercato della musica digitale più ampio e spesso rende i consumatori complici involontari delle società tecnologiche". <br> Conclusione? "Più di 13 mila etichette indipendenti condividono questa visione delle cose. Speriamo che prima o poi si aggiungano anche le altre quattro" (cioè le major EMI, Universal, Warner Music e Sony BMG).