Grazie all’intervento di Goldman Sachs e Lehman Brothers, scrive il Financial Times, la Warner si è già garantita oltre 2 miliardi di sterline (3 miliardi di euro) da investire nell’ipotetico acquisto della EMI (vedi News). I dirigenti della major britannica hanno tuttavia scritto in forma privata ai loro colleghi/concorrenti americani per frenarne gli entusiasmi, spiegando che ogni decisione in merito terrà in adeguata considerazione il prezzo dell’offerta e i rischi connessi a un blocco dell’operazione da parte dell’antitrust. <br> Il valore di mercato della EMI, dopo i due profit warning emessi in poco più di un mese, si è notevolmente ridotto: durante gli approcci che avevano avuto luogo l’anno scorso la Warner si era dichiarata disposta a spendere 320 pence ad azione mentre oggi, sostengono gli analisti, è probabile che non offra più di 260 pence, forse anche meno (245); una cifra ancora inferiore, intorno ai 235 pence per azione, sarebbero disposti a pagare alcuni gruppi finanziari eventualmente interessati all’acquisto (tra questi, si dice, la One Equity Partners del gruppo JPMorgan Chase), considerata l’impossibilità per loro di mettere in gioco sinergie e programmi di riduzione dei costi. Se così stanno le cose, però, la EMI potrebbe avere convenienza a soprassedere in attesa di tempi migliori, o forse ne sarebbe costretta per non far perdere completamente la faccia al già criticatissimo chief executive officer Eric Nicoli.